L'Agenzia internazionale IRENA pubblica un nuovo documento dedicato alle opportunità del mercato delle obbligazioni verdi
(Rinnovabili.it) – Nonostante i trend positivi che hanno caratterizzato gli investimenti rinnovabili negli ultimi dieci anni, gli sforzi economici devono letteralmente raddoppiare, entro il 2030, per non mancare i target climatici. Le ultime stime di settore parlano di ben 750 miliardi annuali da riversare nel settore. Uno degli strumenti finanziari che possono essere sfruttati nella transizione energetica, è rappresentato dai green bond (letteralmente obbligazioni verdi), titoli a reddito fisso i cui proventi sono destinati ad essere allocati in attività sostenibili. Per fare chiarezza sul tema, l’agenzia interazione delle energie rinnovabili – IRENA ha pubblicato in questi giorni un breve rapporto dedicato. Il documento, dal titolo Renewable energy finance: Green bonds, mostra come questi strumenti possano colmare l’attuale divario divario tra i fornitori di capitale e beni “sostenibili”.
Al pari delle obbligazioni convenzionali, i green bond consentono a chi li emette di raccogliere fondi per progetti specifici o attività in corso. L’etichetta “verde” indica agli investitori che i fondi raccolti verranno utilizzati per finanziare progetti a favore dell’ambiente. Come ricordato anche nel breve documento di IRENA, il volume delle emissioni di titoli verdi è cresciuto quasi costantemente dal 2014 a oggi. Questo mercato ha preso il via poco più di un decennio fa con la prima emissione da parte della Banca europea per gli investimenti di un Bond per la consapevolezza climatica nel 2007: ben 600 milioni di euro che hanno finanziato 14 progetti di energia rinnovabile ed efficienza energetica. Da allora, il settore è cresciuto in maniera esponenziale.
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Insieme alla crescente quantità di capitale raccolto, il mercato ha anche ampliato la sua distribuzione geografica: dagli istituti finanziari europei si è passati a quelli del Nord America, per raggiungere quindi l’Asia-Pacifico e in misura minore l’America Latina e l’Africa. Anche gli emittenti e le valute in cui vengono offerti titoli hanno visto una diversificazione. Alle banche multilaterali di sviluppo e istituti di finanziamento si sono nel tempo aggiunti istituzioni pubbliche e private, compresi governi (bond sovrani), agenzie governative e persino società private.
Oggi, l’energia rinnovabile è presente in circa la metà di tutti i green bond emessi. Tuttavia, queste obbligazioni rimangono ben al di sotto del loro potenziale e, soprattutto, sono ancora troppo piccole per guidare la transizione energetica globale. Anche se finora i progressi sono stati impressionanti, il mercato delle obbligazioni verdi continua a offrire un enorme potenziale di crescita.
Basti pensare che per questo segmento le emissioni cumulative sono attualmente inferiori a mille miliardi di dollari, mentre il mercato obbligazionario globale è valutato a circa 100mila miliardi di dollari.
Per sbloccare la situazione e sfruttare a pieno il potenziale dei titoli verdi IRENA evidenzia alcune azioni coordinate che varie parti interessate possono intraprendere. A cominciare dalla promozione di politiche abilitanti ad hoc per aumentarne l’offerta. Ai fornitori di capitali pubblici è consigliato di fare la propria fornendo il capitale di avviamento, emissioni dimostrative e sviluppo di capacità. Gli investitori istituzionali possono invece fornire assistenza allineando le loro capacità interne e gli obiettivi di investimento ai mandati di sostenibilità a lungo termine. Anche altre parti interessate, come agenzie di rating, istituti finanziari e investitori al dettaglio, svolgono un ruolo nel rafforzamento del mercato obbligazionario verde e nella promozione della trasformazione globale dell’energia.
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