Parallelamente all’attuazione del Piano di transizione 5.0, Fronius ha lanciato l’inverter Verto, concepito per installazioni commerciali e per le piccole imprese
(Rinnovabili.it) – La family company Fronius è pronta a riprendersi il mercato, calibrando la propria offerta sulle novità normative degli ultimi mesi: ovvero il Decreto CER ed il Piano transizione 5.0. Presente in ben 27 nazioni, l’Italia rappresenta per Fronius un mercato di fondamentale importanza e sviluppo, nel quale è presente con una rete estremamente efficace per la vendita dei prodotti e la formazione degli installatori.
L’occasione della Fiera Key – The Energy Transition Expo 2024 ha permesso di lanciare alcune importanti novità proprio per il mercato nazionale. Ne abbiamo parlato direttamente con Alberto Pinori, Direttore Generale Fronius Italia e Presidente di ANIE Rinnovabili.
La presenza di Fronius ad una delle manifestazioni più importanti del settore in questo particolare momento, conferma l’attenzione della vostra azienda verso un mercato in piena evoluzione. Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo futuro?
Due anni fa non mi sarei atteso un’evoluzione della manifestazione con numeri come quelli di quest’anno. L’afflusso di persone e partecipanti fa capire che questo è il momento di massimo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia e di grande fermento. La presenza del Ministro dell’Ambiente e l’attenzione riservata all’argomento, fa capire che quanto sia importante questo particolare periodo storico e quanta attenzione anche a livello politico, si stia dedicando al tema dell’autoconsumo e delle rinnovabili.
Abbiamo due normative appena uscite, ovvero il Piano Transizione 5.0 e le norme di regolamentazione delle CER, che aprono due strade molto importanti, rivolgendosi per la prima volta in assoluto in Italia, direttamente al commerciale ed al segmento delle piccole e medie imprese. Un comparto che alla fine rappresenta il 97% del tessuto produttivo italiano.
Proprio in questa direzione, noi di Fronius abbiamo lanciato questo nuovo prodotto, ovvero l’inverter Fronius “Verto”, che sarà disponibile da settembre. Si tratta di un prodotto molto versatile, destinato proprio a quel segmento commerciale che va dai 20 kW a 1 MW, per dare un ordine di grandezza, ed in particolare al revamping fotovoltaico. Presentiamo un prodotto nuovo nel momento giusto, perché le novità normative si muovono esattamente in questa direzione.
Quali saranno le criticità da affrontare nell’attuazione della nuova normativa?
Certamente la provenienza europea dei moduli, un fattore che creerà sicuramente un “collo di bottiglia” nel settore. Pur essendo stata concepita con l’obiettivo di far bene, in realtà questo obbligo produrrà solo un aumento dei costi e, ad un prezzo più alto, corrisponde ovviamente un quantitativo di materiale inferiore, senza sicuramente favorire la filiera europea. Quindi sono scelte, a mio parere, strategicamente sbagliate.
La soluzione giusta sarebbe stata invece quella di investire sulla filiera, stanziando i finanziamenti necessari al fine di incentivare la produzione dei moduli a livello europeo. Purtroppo ha prevalso una visione semi protettiva che non genererà nuovi produttori di moduli in Italia. Il Piano transizione 5.0 avrebbe potuto avere uno sviluppo maggiore, se ci fosse stata una detrazione più semplice e mirata. Il rischio adesso è che determinate aziende potrebbero certificare una marchiatura italiana o europeo, di prodotti che in realtà non sono realizzati in Europa.
Cosa pensa invece del Decreto CER?
Sul tema delle comunità energetiche invece la visione non è ancora così ben definita e immediata. Non è un’equazione come nel discorso della transizione 5.0, però ritengo che possa avere uno sviluppo estremamente interessante per un altro segmento, ovvero quello delle abitazioni o delle imprese nelle quali il fotovoltaico non può essere installato o si può fare in maniera più limitata. O ad esempio situazioni in cui all’impresa basterebbero solo 20 – 30 kW, ma la superficie della copertura a disposizione permetterebbe di produrne ben di più; un surplus che potrebbe essere poi dirottato al Comune o ai cittadini. Ecco perché lo vedo come un secondo segmento estremamente importante e anche su questo, come Fronius, ci stiamo attrezzando. Noi già forniamo un servizio di noleggio operativo che garantiamo sempre tramite la nostra rete di installatori, ed ora abbiamo la possibilità di aprirci anche al segmento delle comunità energetiche.
Quali sono gli obiettivi di Fronius per il 2024?
Il nostro obiettivo è quello di riprendere il mercato che abbiamo tralasciato per una questione di difficoltà di produzione ancora legata ad alcuni effetti del Superbonus. In Italia dobbiamo recuperare alcuni clienti, alcuni installatori che per mancanza di materiale nostro, si sono dovuti “accontentare” di altri prodotti. Ora dobbiamo far capire che i prodotti sono disponibili, ci sono importanti novità e siamo pronti per riprenderci il mercato.
Un elemento fondamentale per noi di Fronius è il rapporto diretto con i nostri clienti e partner, un aspetto nel quale l’azienda investe di continuo e che ha portato importanti risultati nel corso degli anni. La nostra rete di Area Sales Manager e Technical Advisor settimanalmente si reca dagli installatori e dagli studi di progettazione per supportarli attivamente e continueremo a farlo, perché ritengo che questa dinamica sia una degli elementi più importanti che ci contraddistinguono dai competitor. Noi abbiamo un ottimo prodotto ed un’ottima struttura di vendita e assistenza, pronta per il mercato.