Il rapporto racconta della differenza tra nord e sud anche se “le distanze si sono tuttavia attenuate nell’ultimo anno per il peggioramento più marcato del Centro-nord dovuto alle più forti ripercussioni della crisi sanitaria in questi territori”
Il rapporto BES di Istat racconta le differenze del Paese su 63 indicatori
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Produrre meno rifiuti e aumentare la raccolta differenziata genera effetti positivi sull’ambiente e di conseguenza sulla salute e il benessere delle persone. E’ il tema di fondo del nuovo rapporto dell’Istat sul sistema di indicatori del benessere equo e sostenibile dei territori, i BES, riferiti alle province e alle città metropolitane italiane. Alla base c’è l’ambiente, la salute, l’istruzione, il paesaggio, l’innovazione e la qualità dei servizi (63 indicatori statistici inseriti in questa edizione).
Nel 2019 – spiega l’Istat – la produzione di rifiuti urbani in Italia si attesta a 30,1 milioni di tonnellate, pari a 503,6 chilogrammi per abitante; il 61,3% di tali rifiuti è stato soggetto a raccolta differenziata, il resto è stato depositato nelle discariche o smaltito negli inceneritori-termovalorizzatori, una quota ancora lontana dall’obiettivo del 65% che il nostro Paese avrebbe dovuto raggiungere entro il 31 dicembre 2012. Nel 2019 circa la metà delle province italiane (54 su 107) non raggiunge il target del 65%. Le percentuali maggiori di raccolta differenziata si osservano nelle province del Nord-est e della Lombardia, quelle più basse nel Mezzogiorno. A Treviso, Mantova, Belluno, Pordenone e Reggio nell’Emilia si raggiungono valori superiori all’80% mentre a Palermo si registra la quota più bassa (29%).
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Tra le eccezioni positive nel Mezzogiorno spiccano le province della Sardegna, tutte con più del 69% di raccolta differenziata (Oristano 78,1%) e alcune province del Sud, come Chieti (72,5%) e Benevento (71,9%). Significativi anche i risultati di alcuni territori del Centro, in particolare in tutte le province delle Marche i valori superano il 66%. All’opposto, nel Nord sono diverse le province piemontesi e liguri a registrare quote inferiori al 65%, insieme alle lombarde Pavia (54,8%) e Sondrio (56,2%). In generale negli ultimi dieci anni in tutte le province si registra un incremento delle quote di raccolta differenziata. Si riduce di circa il 10% il divario tra il Nord e il Sud.
Quando alla categoria innovazione nel 2018, in media, soltanto in un Comune italiano su quattro è possibile per le famiglie gestire interamente on-line le procedure per l’accesso a uno o più servizi. La quota sale al 77,1% per i Comuni con almeno 60mila abitanti e crolla al 16,5% per quelli fino a 5mila abitanti, che scontano maggiori difficoltà nel percorso verso la digitalizzazione. La distanza tra Nord (30,4%) e Mezzogiorno (15,6%) è ampia, evidenziando tuttavia una certa variabilità all’interno delle macro-aree e delle regioni stesse. Le città metropolitane del Mezzogiorno hanno valori più bassi di quelle del Centro-nord. Guardando ai principali risultati del BES per l’Istat rimane la chiave di lettura che vede una differenza tra nord e sud anche se “le distanze si sono tuttavia attenuate nell’ultimo anno per il peggioramento più marcato del Centro-nord dovuto alle più forti ripercussioni della crisi sanitaria in questi territori”. Distanze ampie tra il Centro-nord e il Mezzogiorno si osservano però per gli indicatori relativi alla qualità dei servizi e all’innovazione, ricerca e creatività.
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