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La marcia decennale di A2a, Piano industriale da 16mld per la rivoluzione verde

La Strategia al 2030 punta sullo sviluppo sostenibile con 10 miliardi sulla transizione energetica e 6 sull'economia circolare. Sarà triplicata la capacità installata da fonti rinnovabili a 5,7 GW, 6mila assunzioni dirette nell'arco dei 10 anni. La transizione energetica sarà garantita anche grazie al capacity market e alla flessibilità dei cicli combinati a gas ad alta efficienza

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Foto di Free-Photos da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Un Piano industriale al 2030 che prevede 16 miliardi di investimenti. E’ il cuore della Strategia dei prossimi 10 anni per A2a che punta dritta verso la ‘rivoluzione verde’ visto che 10 miliardi sono dedicati alla transizione energetica e 6 all’economia circolare. L’utile netto è previsto in crescita dell’8% in media all’anno, e i dividendi di almeno il 3%. Sarà triplicata la capacità installata da fonti rinnovabili a 5,7 GW a fine Piano; sono previste 6mila assunzioni dirette nell’arco dei 10 anni.

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Il nuovo Piano industriale è scritto pensando allo sviluppo sostenibile: prevede investimenti “per il 90% in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”. Il margine operativo lordo – viene spiegato – è destinato a crescere più di 2 volte a oltre 2,5 miliardi di euro a fine periodo, mentre le emissioni di CO2 sono previste in calo del 47%, in linea con gli obiettivi definiti dall’Accordo di Parigi e approvati dalla Science based targets initiative (Sbti).

Sul versante rifiuti e energia, A2a – particolarmente attiva nella termovalorizzazione – intende “recuperare ulteriori 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti da utilizzare “come materia o energia”, sottraendoli così alla discarica. Sul versante transizione energetica saranno dismessi gli impianti a carbone entro il 2022, anticipando l’obiettivo nazionale per il 2025. Inoltre il gruppo prevede di sviluppare “nuove fonti rinnovabili che contribuiranno al 58% della produzione di energia al 2030”, con interventi per “migliorare la resilienza e l’adeguatezza del sistema elettrico”. Ed è anche in programma un piano di “elettrificazione dei consumi”, affiancato da una accelerazione nella crescita delle rinnovabili, e dal “supporto alle esigenze di flessibilità del sistema elettrico”. 

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Per l’amministratore delegato Renato Mazzoncini il nuovo Piano industriale “segna un punto di svolta, coniugando coraggio e concretezza”; questo strumento consente di perseguire “obiettivi di sostenibilità sfidanti e target economici di crescita molto importanti. Per la prima volta A2a ha una strategia di lungo termine, con 16 miliardi di euro di investimenti dedicati allo sviluppo dell’economia circolare e alla transizione energetica”. Si tratta di “solide basi” per “realizzare infrastrutture strategiche, innovative ed essenziali per la crescita e il rilancio del Paese, di essere ambiziosi e guardare all’Europa. Il nostro nuovo modello – osserva Mazzoncini – è una visione del mondo condivisa, sostenibile e rispettosa del futuro”.

In particolare, alle rinnovabili saranno destinati “oltre 4 miliardi di euro”, 4,1 per la precisione, in investimenti e acquisizioni (per una quota del 12%) che saranno effettuati “nei primi anni di Piano, per creare una piattaforma di sviluppo che consenta una crescita internazionale e diversificata. Le due tecnologie su cui si concentreranno gli investimenti – viene osservato – saranno quella solare fotovoltaico per il 60% e quella eolica per il 40%”. Secondo A2a “la transizione energetica sarà garantita, anche grazie al capacity market, dalla flessibilità dei cicli combinati a gas ad alta efficienza per cui sono previsti interventi di potenziamento degli impianti, dalla realizzazione di un nuovo impianto a ciclo combinato abilitato a blending (miscelazione) con idrogeno e di un ‘gas peaker’”.

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I cicli combinati a gas – osserva Mazzoncini – “non verranno abbandonati perché fino al 2050 avranno ruolo importantissimo. Abbiamo partecipato alle aste su tutti i nostri impianti e parteciperemo a quelle dal 2023 in avanti, con soluzioni di mix tra metano e idrogeno. Nel Nord, dove c’è la maggior parte degli utenti manca vento, e il sole è inferiore ad altre zone del Paese, quindi il ruolo dei cicli combinati rimarrà importante”. 

Poi il versante consumatori. Secondo Mazzoncini “l’obiettivo è di 6 milioni di clienti contro gli attuali 2,9 milioni. Il salto lo facciamo con la fine della ‘maggior tutela’ e il passaggio al mercato libero dal 2022. Ipotizziamo acquisizioni di lotti da 300mila clienti, e l’acquisizione del 15% dei potenziali clienti sul mercato tramite canali tradizionali e il canale digitale Nen, che sta avendo numeri molto buoni e sta cominciando a crescere”.