Un dossier dell’Ieefa calcola in oltre 200 gli attori finanziari globali con exit policy sul carbone. Erano diventati 100 in 6 anni, tra 2013 e 2019. L’Europa guida la classifica anche per qualità delle politiche, ma è l’Asia il continente dove il numero di istituzioni che dice stop al carbone è aumentato di più in proporzione
Nonostante gli shock energetici, disinvestire dal carbone è ancora prioritario
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi tre anni, il numero di istituzioni finanziarie che si sono impegnate formalmente a disinvestire dal carbone è raddoppiato. Nonostante i poderosi shock recenti sui mercati energetici, che hanno riportato temporaneamente il carbone ad essere più conveniente del gas. Lo ha calcolato un dossier dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (Ieefa).
La corsa per disinvestire dal carbone
Ci sono voluti sei anni perché il numero di banche, fondi d’investimento e altri attori finanziari che hanno deciso di disinvestire dal carbone raggiungesse quota 100 in tutto il mondo. Ma da aprile 2019, per raddoppiare fino a superare i 200, ci sono voluti solo tre anni, la metà del tempo.
E non c’è soltanto un aumento delle istituzioni che dicono addio al carbone. Ci sono anche policy riviste e rafforzate da parte di chi si era già impegnato in precedenza. “È interessante notare che non sono i gestori patrimoniali più grandi a fare da apripista. Sono piuttosto quelli di medie dimensioni a riconoscere il loro dovere nei confronti dei clienti”, sottolinea Christina Ng, responsabile dei mercati del debito dell’Ieefa per l’area Asia-Pacifico.
Il continente dove la corsa a disinvestire dal carbone è più rapida è anche quello dove il carbone costituisce ancora una fetta preponderante del mix energetico e dove si concentra la pipeline di progetti a carbone: l’Asia. Qui si è passati da 10 a 41 attori finanziari con policy per lo stop al carbone tra il 2013 e il 2022. In tutto sono 22 gli attori con exit policy per il carbone situati in paesi a economia emergente, tra cui Sudafrica, Malesia, Cina, Turchia, India e Filippine. L’Europa, dal canto suo, guida la classifica mondiale con oltre il 50% (114) degli attori che si impegna a disinvestire dal carbone e ha anche le policy più stringenti rispetto alle altre aree geografiche.