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La crisi climatica è una minaccia “esistenziale”: il nuovo mandato della Banca Mondiale

L’istituzione di Bretton Woods durante la plenaria annuale di settimana scorsa ha formalmente esteso il suo mandato per includere anche altre grandi crisi globali oltre alla povertà. Tra cui la lotta alla crisi climatica. Si punta a rendere disponibili più di 15 mld $ di prestiti

Crisi climatica: la Banca Mondiale la incorpora nel suo mandato
Crediti: World Bank Photo Collection via Flickr CC BY-NC-ND 2.0 DEED

Il presidente Banga: “finanziare un mondo diverso in cui il nostro clima sia protetto”

(Rinnovabili.it) – Più di 15 miliardi di dollari l’anno in prestiti vincolati a progetti verdi. A cui si potranno aggiungere altre risorse man mano che le riforme in cantiere sui meccanismi dei prestiti vedranno la luce. È il primo effetto concreto del cambio di rotta della Banca Mondiale per combattere la crisi climatica. L’istituzione guidata da Ajay Banga ha appena esteso il suo mandato per includere appieno il cambiamento climatico e i suoi impatti nel mondo.

Un ampliamento che prende finalmente in carico la minaccia “esistenziale” della crisi climatica per portare avanti la missione originaria dell’istituzione creata a Bretton Woods per garantire una governance globale dell’economia dopo la seconda guerra mondiale: combattere la povertà.

La crisi climatica tra le priorità della Banca Mondiale

“Ci troviamo di fronte ad un declino dei progressi nella lotta contro la povertà, ad una crisi climatica esistenziale, all’insicurezza alimentare, alla fragilità, ad una ripresa pandemica alle prime armi, e sentiamo gli effetti dei conflitti al di là del fronte”, ha detto Banga venerdì scorso durante la riunione plenaria annuale della Banca Mondiale. Si tratta di una “tempesta perfetta di sfide intrecciate e complessità geopolitica che nel loro insieme aggravano la disuguaglianza”.

Per queste ragioni, continua Banga, “dobbiamo trovare un modo per finanziare un mondo diverso in cui il nostro clima sia protetto, le pandemie siano gestibili – se non prevenibili – il cibo sia abbondante e la fragilità e la povertà siano sconfitte”.

L’idea – supportata, anzi promossa, da alcuni paesi tra cui Stati Uniti e Germania – è che la Banca Mondiale diventi uno strumento supplementare e complementare per la finanza climatica. Ma prima di poter effettivamente diventare operativo sul fronte della crisi climatica, servono risorse aggiuntive. Che devono essere messe a disposizione dagli stati.

Nella pratica, il nuovo flusso di finanza per il clima potrebbe essere agevolato da un nuovo sistema di garanzie ai prestiti, che permettano all’istituzione di erogare più fondi di quelli attuali. Oppure da un meccanismo che raccolga nuove risorse tramite l’emissione di obbligazioni speciali da parte della Banca Mondiale.