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Trasparenza dell’industria alimentare e fiducia dei consumatori

Cresce la voglia di trasparenza perché diminuisce la fiducia dei consumatori nell’industria alimentare. La trasparenza diventa quindi un pilastro sul quale costruire un rapporto di fiducia tra le aziende agroalimentari e i consumatori, e la tracciabilità ne costituisce il presupposto irrinunciabile

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Immagine di freepik

La trasparenza che deriva dalla tracciabilità

Perché la trasparenza è salita in cima alla lista della spesa? Perché complessivamente è diminuita la fiducia dei consumatori nell’industria alimentare e chi fa la spesa vuole avere informazioni chiare e accurate in merito all’intera filiera di produzione.

Connecting Food è una piattaforma che utilizza la blockchain per certificare i prodotti agroalimentari grazie alla tracciabilità – e quindi alla trasparenza – dal campo alla tavola, quindi in ogni parte della filiera.

Coinvolgere i consumatori

Proprio la trasparenza è al centro di un rapporto curato da Connecting Food che spiega quali possano essere le migliori strategie per coinvolgere i consumatori. Il rapporto Insight e strategie per la trasparenza dei consumatori nell’industria alimentare riporta i dati sulla fiducia dei consumatori nell’industria alimentare secondo il Center for Food Integrity: appena 33%.

UFC-Que Choisir (l’associazione francese dei consumatori) ha rilevato la mancanza di trasparenza nell’etichettatura alimentare: il 47% degli ingredienti non riportano l’origine, mentre il 22% fornisce informazioni che si limitano a un vago “origine UE” o “origine non-UE”.

Secondo l’agenzia statunitense Response Media la quasi totalità dei consumatori sarebbe disposta a pagare di più per prodotti freschi (99%) o confezionati (98%) che garantiscano maggiore trasparenza. Quali ingredienti non hanno indicazioni precise dell’origine? Cereali e verdure in prima posizione (84%), seguiti da pollame (64%), maiale (38%) e manzo (32%).

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Tecnologia e normativa alla base della trasparenza

La trasparenza si basa sostanzialmente su due criteri: la tecnologia (nello specifico la blockchain) e la normativa. Per la normativa europea, in particolare, la trasparenza non riguarda solo gli ingredienti, ma anche l’impatto ambientale di un’azienda e il rispetto dei diritti umani lungo la catena di approvvigionamento. Elementi che stimolano le aziende ad assumere comportamenti etici, come esige ormai la maggior parte dei consumatori.

La sola narrazione non basta più

In principio era il marketing, ora si chiede l’onere della prova. Il QR Code sembra essere l’elemento in grado di collegare le due cose e di costruire una diversa narrazione del prodotto. Ma attenzione, non una narrazione e basta, ma una rivoluzione guidata dalla trasparenza. In questa rivoluzione, il consumatore diventa co-protagonista della narrazione con l’invio dei suoi feedback.

Basta scansionare il QR Code per accedere a tutte le informazioni relative al prodotto. Per dare un’idea della dimensione del fenomeno, si prevede che 89,5 milioni di statunitensi scansioneranno i QR Code con lo smartphone entro il 2024; nel 2025 diventeranno 99,5 milioni.

Anche in Francia l’abitudine alla scansione dei QR Code degli alimenti continua a salire, anzi sta diventando un’abitudine. Quindi si può affermare che la trasparenza cresce con il crescere del coinvolgimento dei consumatori.

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Conoscere l’origine dei prodotti

I consumatori che usano le applicazioni di tracciabilità sono interessati in modo particolare all’agricoltura e all’origine del prodotto, poi alla trasformazione e al packaging: come dire dalla terra alla tavola. Il rapporto di Connecting Food evidenzia che un packaging accattivante, strategie di comunicazione efficaci, navigazione intuitiva e istruzioni chiare coinvolgono maggiormente i consumatori a interagire con le app di tracciabilità.

Inoltre, una campagna pubblicitaria ben strutturata spinge i consumatori all’acquisto e alla scansione del QR Code.

In sintesi, emerge dal rapporto che la trasparenza è un pilastro sul quale costruire un rapporto di fiducia tra le aziende alimentari e i consumatori.

La presenza di validatori terzi, come ad esempio Connecting Food, conferma l’affidabilità del marchio che rende l’esperienza con il QR Code pienamente soddisfacente in termini di trasparenza.

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