Abbiamo raggiunto Horst Dufner, Head of The Smarter E Europe, la più grande alleanza fieristica europea nel settore energia, per esplorare con lui le dinamiche del settore delle energie rinnovabili, evidenziando la crescita e l'evoluzione della fiera come punto di riferimento globale.

The smarter E Europe continua a crescere. L’edizione dello scorso anno ha battuto nuovi record, confermando l’evento come punto di riferimento globale per la transizione energetica. Cosa alimenta questo slancio? E in che modo The smarter E Europe 2025 si sta evolvendo per riflettere i cambiamenti più recenti del settore?
Fin da quando il nostro Managing Director ha fondato l’evento predecessore dell’attuale Intersolar Europe nel 1991, ci impegniamo a sostenere la visione di un approvvigionamento energetico pulito, sicuro e sostenibile. L’evento ha sempre rispecchiato lo sviluppo rapido del settore: nel 2014 abbiamo introdotto ees Europe, riconoscendo il ruolo crescente dei sistemi di accumulo nella transizione energetica. Da lì abbiamo fatto un passo in più: l’alleanza fieristica The smarter E Europe nasce con un approccio trasversale, perché la transizione energetica deve coinvolgere anche i settori del riscaldamento e dei trasporti. Il successo della nostra proposta sta proprio in questo concetto integrato.
Il settore delle energie rinnovabili, e quindi anche di The smarter E Europe, sta vivendo una fase di forte slancio con grandi prospettive di sviluppo, iniziata con la crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina e proseguita soprattutto grazie ai bassi costi di produzione e all’ampia disponibilità delle tecnologie rinnovabili.
Allo stesso tempo, il comparto sta attraversando una profonda trasformazione, che quest’anno abbiamo deciso di affrontare con un’organizzazione dell’evento ancora più mirata. Sotto il motto “accelerare le soluzioni energetiche integrate”, vogliamo riunire tutti gli attori che stanno contribuendo a costruire un sistema energetico rinnovabile affidabile, operativo 24 ore su 24.
La tecnologia si evolve rapidamente, dalle celle solari di nuova generazione alle soluzioni avanzate per le batterie, fino alle svolte nell’idrogeno verde. Quali innovazioni plasmeranno il futuro?
Una delle tendenze principali del 2025 sarà l’espansione dello stoccaggio a batteria. Questi sistemi sono fondamentali per stabilizzare la rete e integrare in modo efficiente l’energia rinnovabile. Inoltre, il settore si sta concentrando sempre di più sulla digitalizzazione e sulle soluzioni per aumentare la flessibilità, con l’obiettivo di ottimizzare l’integrazione delle fonti rinnovabili nella rete. Tecnologie come le smart grid, la gestione lato domanda e i sistemi avanzati di previsione giocheranno un ruolo cruciale per bilanciare domanda e offerta, soprattutto con la crescente diffusione di fonti come il solare e l’eolico.
Nel campo delle celle solari, c’è grande attesa per l’arrivo sul mercato delle celle tandem in silicio-perovskite. Con un’efficienza che può arrivare fino al 45%, potrebbero rappresentare un punto di svolta in termini di prestazioni e convenienza del fotovoltaico. Le tecnologie per l’uso alternativo del suolo, come l’agri-PV, il fotovoltaico galleggiante e il PV nei parcheggi, continuano a guadagnare importanza nel raggiungimento degli obiettivi di espansione solare.
L’intelligenza artificiale viene integrata nella gestione energetica, nell’ottimizzazione della rete e nella previsione della domanda. Si tratta di un cambiamento strutturale o solo di un miglioramento dell’efficienza nei sistemi esistenti?
Le applicazioni controllate dall’AI hanno un grande potenziale nel settore energetico, poiché possono aumentare l’efficienza e l’automazione a tal punto da liberare risorse umane per attività che l’intelligenza artificiale non può svolgere. La richiesta di lavoratori qualificati per sostenere la transizione energetica è infatti enorme. Ed è proprio qui che l’uso dell’AI è rivoluzionario: può occuparsi di analisi dati lunghe e soggette a errori, permettendo agli ingegneri di sistema e ad altri professionisti di concentrarsi su compiti più complessi. Questo è particolarmente vero nella gestione e manutenzione degli impianti, dove grandi quantità di dati devono essere elaborate e monitorate per rilevare anche le minime anomalie.
Garantire una fornitura continua e completamente rinnovabile è una delle sfide più complesse del settore. Siamo a un punto di svolta o permangono ostacoli chiave, come lo stoccaggio e l’integrazione in rete, che frenano l’adozione su larga scala?
Le sfide attuali del settore vanno viste come un’opportunità. È ormai evidente da tempo che serve un cambio di paradigma per favorire un sistema energetico fondato sulle rinnovabili e capace di assorbire quantità sempre maggiori di elettricità verde. La lentezza nell’espansione delle capacità di accumulo e di rete, la scarsa integrazione nella rete elettrica, l’elettrificazione ancora timida: il semaforo della transizione energetica è oggi sul giallo – e questo segnale d’allarme deve ora diventare un acceleratore per chi prende decisioni. Solo creando da subito le giuste condizioni e facendo le scelte necessarie, la transizione energetica potrà davvero compiersi, garantendo una fornitura 24/7 di energia da fonti rinnovabili. L’industria ha già le soluzioni, il mercato è pronto e dal punto di vista climatico l’obiettivo delle rinnovabili 24/7 è ormai imprescindibile.
L’Europa ha guidato la transizione energetica. Riuscirà a mantenere questo vantaggio?
Un passo decisivo sarà riportare l’industria manifatturiera in Europa. Per farlo serve un ecosistema economico funzionante, in cui tutte le fasi produttive si svolgano su suolo europeo. Siamo ancora leader mondiali nella ricerca – ora serve una politica industriale capace di trasformare i brevetti europei in tecnologie prodotte in Europa. Il nostro continente resterà comunque uno dei mercati principali per le energie rinnovabili. Con il Green Deal europeo abbiamo fissato alcuni degli obiettivi più ambiziosi al mondo per attuare la transizione energetica e ridurre le emissioni in ambito economico e sociale. Tuttavia, oggi più che mai è necessaria la cooperazione, sia all’interno dell’Europa sia con altre regioni del mondo – ed è proprio la collaborazione tra Europa, Cina e Stati Uniti il modo più efficace per avvicinarci agli obiettivi climatici globali.
La discesa dei prezzi dei moduli ha reso il solare più accessibile in tutto il mondo. Ma per i produttori europei, la corsa al ribasso sta comprimendo i margini e minacciando l’innovazione a lungo termine. C’è un modo per bilanciare convenienza e sostenibilità?
Le importanti riduzioni di costo nelle tecnologie solari rappresentano un successo economico che ha reso l’energia fotovoltaica una fonte centrale per i sistemi energetici. Anche i prezzi in calo degli impianti di accumulo a batteria hanno finalmente reso questa tecnologia adatta alla produzione su larga scala, come auspicato da tempo.
Crediamo che l’industria stia attraversando un cambiamento profondo a causa della guerra dei prezzi, e che l’innovazione avrà un ruolo sempre più centrale. Inoltre, fattori esterni che influenzano i prezzi, come i costi di trasporto, sono in continua evoluzione e potrebbero migliorare la competitività dei produttori europei. In Europa, sarebbe fondamentale considerare e promuovere il settore delle energie rinnovabili come una tecnologia strategica – purtroppo, questo non avviene ancora in modo uniforme. Implementare questo principio come priorità significherebbe creare condizioni più stabili e favorevoli agli investimenti per i produttori.
Proiettandoci al 2030, se dovesse descrivere il panorama energetico fra cinque anni con tre parole, quali sceglierebbe?
Interconnessione, integrazione, flessibilità.