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Sostenibilità industria del vetro, necessari 15 mld per Net Zero al 2050

Sostenibilità industria del vetro, necessari 15 mld per Net Zero al 2050
Foto di Andrej Lišakov su Unsplash

di Paolo Travisi

Vetro, 29mila lavoratori occupati nel settore

L’industria italiana del vetro occupa circa 29mila lavoratori diretti, ed è la seconda realtà manifatturiera in Europa. Ma la rotta per una piena sostenibilità comporta cambiamenti importanti e radicali anche per questo settore che, per consumare meno energia, ha bisogno di nuove tecnologie ed infrastrutture. La stima per la transizione industriale sostenibile del vetro è di circa 15 miliardi di euro, per raggiungere Net Zero nel 2050. Di questo si è discusso nel convegno “La transizione ecologica del vetro”, organizzato da Assovetro – associazione imprenditoriale di categoria, aderente a Confindustria – che per l’occasione ha elaborato uno studio specifico che ha esaminato emissioni, consumi, strategie, e costi per centrare l’obiettivo zero emissioni.

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Sostenibilità industria del vetro, emissioni aumenteranno entro il 2050

Secondo il dossier, nel 2022 le emissioni di CO2 sono state pari a 3.739.539 t/CO2 eq ed entro il 2050, nella condizione attuale diminuirebbero di poco, anche a causa del previsto aumento delle produzioni: infatti il decremento è dovuto alla riduzione delle emissioni derivanti dall’energia elettrica utilizzata nei processi produttivi (scope2), mentre le emissioni scope 1, cioè derivate dal processo di vetrificazione e dalla combustione dei combustibili fossili nei forni, aumenterebbero del 22% entro il 2035 e del 7% entro il 2050. Ecco allora che lo studio propone sei leve di decarbonizzazione utilizzate in mix variabili in due principali scenari. 

Produzione del vetro, due scenari al 2050 per la transizione green

Secondo lo scenario numero 1, il ricorso a green fuels, come biometano e idrogeno, dovrà essere integrato dalla tecnologia CCS per eliminare le emissioni residuali di CO2, derivanti dalla reazione di vetrificazione nei forni ed alle materie prime utilizzate per la fabbricazione, indipendentemente dal vettore energetico; mentre nel secondo scenario, si farebbe ricorso alla strategia CCS (trasporto, stoccaggio o riutilizzo della CO2) che prevede ancora l’utilizzo del gas naturale di origine fossile, ma con un ruolo centrale della tecnologia CCS, a partire dal 2035. Nel primo caso però, con l’uso dei combustibili verdi, i consumi elettrici aumenterebbero del 387% a causa dell’elettrificazione dei forni e della produzione di idrogeno verde, mentre nella strategia CCS “solo” del 189%.

Capitolo costi. Con una produzione stimata di vetro di circa 8,2 milioni di tonnellate l’anno, secondo la strategia Green Fuels i costi al 2050 subiranno un aumento di circa 122,24 euro/tonnellata di vetro prodotto e, in valore assoluto, di circa un miliardo di euro all’anno, mentre secondo la strategia CCS, il costo incrementale potrebbe fermarsi a circa 75,52 euro/tonnellata di vetro prodotto e in valore assoluto a 620 milioni di euro/anno. Tuttavia occorre ricordare che tale strategia prevederebbe la realizzazione di una infrastruttura capillare (i cui costi allo stato attuale potrebbero essere sottostimati) e la possibilità di utilizzare gas naturale fossile.

Le richieste di Assovetro al Governo per raggiungere obiettivo emissioni zero

Oggi le produzioni di vetro italiane sono leader a livello europeo nell’efficienza energetica e nel riciclo. Le aziende hanno piani di investimento per la riduzione delle proprie emissioni di CO2 e tutte stanno investendo in tecnologie innovative – ha detto il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi -. Ma non possiamo fare tutto da soli, né da un punto di vista di risorse, ne da un punto di vista di programmazione, senza mettere a rischio la nostra competitività: il solo mercato non può guidare questo cambiamento. È necessario che il legislatore si muova con coerenza e gradualità. Senza una roadmap italiana e una guida dell’Europa, si correrà il pericolo di delocalizzare un’industria strategica in Paesi con standard ambientali e sociali più bassi, creando e non risolvendo i problemi

Assovetro, per arrivare al target zero emissioni al 2050, ha elaborato una serie di proposte, da presentare al Governo, per rendere attuabili gli obiettivi di decarbonizzazione. In primis chiede sostegni economici, sia per gli investimenti necessari per la modifica del processo produttivo, sia per l’acquisto di vettori energetici ad emissioni zero per mantenere la competitività europea nei costi delle produzioni; inoltre Assovetro chiede che venga semplificata la burocrazia ed un accesso facilitato agli aumenti di capacità in prelievo di energia elettrica e priorità sull’acquisto di energia decarbonizzata. A questo aggiunge, come richieste, anche una politica di difesa commerciale dalle importazioni da paesi terzi che non applicano legislazioni ambientali avanzate, lo sviluppo di adeguate infrastrutture di rete (elettriche, CCS, H2) ed un piano di produzione di energia verde con quantitativi opzionabili a prezzi fissati.

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