L’azienda continua ad investire nella transizione energetica promuovendo accanto alla realizzazione di nuovi impianti anche una transizione culturale. Lo spiega Paolo Raia, Country Chair RWE Renewables Italia
Barra dritta sulla transizione energetica, puntando non solo sul know-how ma anche sull’attenzione al territorio e alla cultura. Questa la ricetta messa in pratica da uno dei big delle rinnovabili a livello mondiale. Parliamo di RWE che oggi si colloca di diritto tra i maggiori produttori di energia pulita in Europa e nel mondo. E in Italia? A raccontarci l’impegno aziendale è Paolo Raia, Country Chair RWE Renewables Italia, che Rinnovabili.it ha incontrato in occasione della Fiera KEY- The Energy Transition Expo 2024.
“In Italia, siamo presenti già con una flotta di 15 impianti eolici onshore che garantiscono la produzione di energia verde – per circa 500 MW di capacità installata – dislocati più o meno in tutte le regioni del Sud”, racconta Raia. “E stiamo portando avanti una serie di nuovi progetti, sia eolici che solari e agrivoltaici”. Un portafoglio destinato a crescere in tempi brevi. Come ricordato dallo stesso Raia, la società ha da poco avviato un cantiere in Puglia, e più precisamente a San Severo, in provincia di Foggia, per realizzare una nuova wind farm da 54 MW. Un progetto particolarmente interessante anche in virtù della campagna a cui è stato associato per permettere ai residenti locali di ricevere un beneficio finanziario diretto grazie al crowdfunding.
Inoltre a breve RWE avvierà i lavori per un altro impianto eolico di analoga capacità, in questo caso in provincia di Brindisi. “Ovviamente stiamo sviluppando altri progetti non solo eolici ma anche fotovoltaici per cercare di contribuire alla transizione energetica di cui l’Italia ha bisogno”. Entro il 2030 RWE intende raddoppiare l’attuale capacità in esercizio in Italia, portandola a 1 gigawatt.
Un impegno costante nello sviluppo sostenibile a cui si affianca una spiccata attenzione al dialogo con il territorio. “Per dare un’accelerata alla transizione energetica, è necessario puntare su una transizione culturale. Bisogna investire sulla formazione e sull’informazione di tutti gli stakeholder coinvolti partendo dalle scuole. Ed è proprio questo aspetto quello a cui stiamo contribuendo. Nei territori dove siamo presenti stiamo portando avanti un progetto chiamato RinnovaMente“. Il programma prevede un percorso formativo ad hoc destinato alle scuole ed una serie di incontri con le comunità locali. “Bisogna essere consapevoli che la transizione energetica è una questione di interesse globale sotto il profilo ambientale ma per l’Italia rappresenta anche un elemento di sicurezza energetica. Tutti noi abbiamo vissuto gli impatti sull’energia della guerra in Ucraina, che hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi dell’elettricità. Il modo migliore per essere sempre più indipendenti è avere sempre più impianti rinnovabili”.
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