![Polizza anti calamità: le Pmi spenderanno fino a 12mila euro l’anno](https://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2025/02/polizza-anti-calamita-1.jpg)
Tra 1.500 e 12.000 euro l’anno. A seconda del rischio associato alla zona. È l’importo del premio che le Pmi italiane dovranno pagare per la polizza anti calamità. L’assicurazione contro gli eventi catastrofali diventerà obbligatoria dal 1° aprile 2025, come disposto dall’ultima legge di bilancio. E riguarderà tutte le imprese sul territorio nazionale, a prescindere dalla dimensione.
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La stima arriva da una ricerca del Centro Studi di Unimpresa, che parla di un impatto economico “significativo” sulle Pmi. Per le grandi aziende con più stabilimenti, invece, la polizza catastrofi naturali potrebbe arrivare fino a 30-50.000 euro l’anno. Ma in proporzione inciderebbe di meno sui conti.
Polizza anti calamità: quanto costa l’assicurazione per una Pmi?
Unimpresa ha condotto delle simulazioni per valutare il peso del nuovo obbligo per le aziende italiane di dotarsi di una copertura assicurativa per i danni causati da eventi catastrofali, ovvero terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.
Si tratta di un costo fisso annuo per le imprese. I fattori che incidono sul costo della polizza anti calamità per le Pmi sono l’ubicazione geografica, il settore economico e le dimensioni dell’azienda. Per stimare il costo finale, Unimpresa è partita dalle attuali tariffe del mercato assicurativo.
Il caso di riferimento usato nello studio è una Pmi con 15 dipendenti e una sede di 500 metri quadrati. A seconda della zona di rischio dove è situato lo stabilimento, i costi variano così:
- zona a basso rischio (pianura, area non sismica): costo annuale 1.500 – 3.000 euro;
- zona a medio rischio (aree con rischio idrogeologico o sismico moderato): costo annuale 3.000 – 6.000 euro;
- zona ad alto rischio (aree sismiche o soggette a frequenti alluvioni): costo annuale 6.000 – 12.000 euro.
Secondo la piattaforma IdroGEO, curata da Ispra e liberamente accessibile, il rischio idrogeologico riguarda direttamente 727mila imprese in tutta Italia. Delle aziende in aree con alto rischio dissesto, più dell’11% si trova nelle aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, che tocca oltre 220mila addetti. Mentre più di 640mila imprese (l’88%) sono collocate in aree segnalate a pericolosità per alluvioni.
Unimpresa fa anche i conti di quanto costerebbe, a una Pmi, risollevarsi dopo un evento catastrofale in base alla nuova normativa. La legge, infatti, dispone che le polizze prevedano franchigie non superiori al 15% del danno (e premi proporzionali al rischio). Lo Stato non interviene più (soltanto) ex post con aiuti ai territori colpiti, come ha fatto finora. Chiede invece un intervento precauzionale ex ante alle imprese.
Veniamo al caso analizzato dallo studio. Si considera una Pmi con sede in zona a medio rischio, con un premio assicurativo annuo di 4.500 euro, che viene coinvolta in un’alluvione che causa conseguenze economiche per 500.000 euro. La polizza, avendo una franchigia del 15%, copre l’85% dei danni. L’impresa quindi deve sostenere direttamente un esborso di 75.000 euro, invece di 500.000 euro.