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Una bussola abilitata dall’AI per spingere gli investitori verso l’adattamento climatico

Adattamento climatico: una bussola con AI per gli investitori

Foto di Brett Jordan su Unsplash

Adattamento climatico: una bussola con AI per gli investitori
Foto di Brett Jordan su Unsplash

Verso una strategia finanziaria per potenziare l’adattamento climatico

(Rinnovabili.it) – La necessità e l’urgenza di sviluppare soluzioni per l’adattamento climatico è ripetuto da anni come un mantra dalla scienza del clima e dalle grandi organizzazioni internazionali. Ma le tecnologie, i prodotti e i servizi che ci potrebbero permettere di essere più resilienti alla crisi climatica sono state praticamente ignorate dai grandi investitori. E senza investimenti i loro sviluppi su scala vanno a rilento. Per invertire questa tendenza arriva uno strumento abilitato dall’intelligenza artificiale per aiutare i grandi fondi di investimento a scovare le aziende più promettenti.

Lo ha presentato l’organizzazione no-profit Global Adaptation and Resilience Investment Group (GARI) in un rapporto preparato con il supporto di Bezos Earth Fund (il fondo per il clima del patron di Amazon), ClimateWorks Foundation (fondazione filantropica che supporta un ampio ventaglio di iniziative, inclusa la cattura diretta dall’aria di CO2) e MSCI Sustainability Institute (ramo del fornitore di servizi finanziari statunitense).

Potenziare l’adattamento climatico attraverso la finanza

A cosa serve lo strumento di GARI? Nella sua versione attuale, identifica “un universo di oltre 800 società quotate in borsa nel settore della resilienza e presenta alcune metodologie che gli investitori possono utilizzare “per trovare queste società e incorporare la resilienza climatica nella progettazione dei prodotti di investimento”. Una bussola per orientare gli investitori verso le soluzioni per l’adattamento climatico e potenziarne lo sviluppo.

Adattamento climatico che viene presentato, prima che come costo per i governi, come opportunità di profitto e di crescita per l’industria. Tra i settori passati al vaglio dallo strumento di GARI ci sono le soluzioni per rendere resilienti le reti elettriche, la gestione delle acque piovane, i nuovi prodotti assicurativi, ma anche i vaccini (visto l’aumento previsto di trasmissione di malattie contagiose a causa della crisi climatica). Il settore più rappresentato tra le 800 aziende individuate è quello industriale (42%), seguito dai materiali (16%) e dai beni di consumo voluttuari, cioè quelli non di prima necessità (8%).

“L’urgenza del cambiamento climatico ha portato a due opportunità di investimento intrecciate: la trasformazione verso un’economia a zero emissioni nette e la necessità di adattarsi ai suoi impatti”, ha affermato Paul Bodnar del Bezos Earth Fund. “Se trattiamo l’adattamento come un argomento oscuro di cui i governi devono preoccuparsi, rischiamo di soffocare l’innovazione del settore privato urgentemente necessaria per stimolare soluzioni creative per le popolazioni più vulnerabili del mondo  – aggiunge – Proprio come i mercati finanziari sono diventati una forza vitale per convogliare i capitali verso la decarbonizzazione, possono fare lo stesso per le aziende che sviluppano tecnologie e servizi di resilienza”.

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