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11 proposte per ridurre i costi dell’economia circolare e accelerare la transizione

Il Consiglio nazionale della green economy lancia il suo manifesto per ridurre i costi dell’economia circolare e favorire la transizione ecologica

ridurre i costi dell'economia circolare

L’elenco di misure per ridurre i costi dell’economia circolare presentato agli Stati generali della green economy

(Rinnovabili.it) – Come ridurre i costi dell’economia circolare e aumentare i vantaggi della transizione ecologica? Da questa domanda partono le 11 proposte stilate dal Consiglio nazionale della green economy. Il gruppo è composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Oggi, nella sessione inaugurale degli Stati generali della green economy, le proposte sono state presentate al pubblico. La “lista della spesa” prevede questioni annose, come la semplificazione, e proposte tutte da costruire, come la legge per il clima. Ma andiamo con ordine.

Le proposte del Consiglio nazionale della green economy

1. La prima richiesta è semplificare, rendere brevi e certi i tempi per le autorizzazioni. La burocrazia è vista come ostacolo allo sviluppo degli investimenti per la realizzazione degli impianti per la transizione ecologica. 

2. Un quadro normativo coerente ancora non c’è. Per questo la seconda proposta è approvare anche in Italia una legge per il clima. L’idea è avere una normativa certa, stabile, pluriennale. 

3. Anche una legge per la tutela del suolo è stata per troppo tempo rinviata. Ma l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi non permette di attendere ancora. 

4. Riformare il sistema fiscale in chiave ecologica è la quarta proposta del Consiglio per la green economy. “I prelievi e gli incentivi fiscali”, si legge in una nota, “hanno un impatto rilevante sui costi delle misure e degli investimenti per la transizione ecologica”.

5. Quinto punto, le rinnovabili. Accelerare la produzione di energia da fonti pulite ed elettrificare i trasporti e nell’industria sono ritenute misure inderogabili. “È urgente”, affermano i promotori, “arrivare almeno a 10 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche”. 

6. Come incentivare l’efficientamento energetico degli edifici? Serve un sistema efficace di aiuti, chiedono i 68 membri del consiglio, perché questo comparto consuma il 45% dell’energia. 

7. Rafforzare la circolarità di produzioni e consumi è la settima proposta. L’utilizzo più efficiente dei materiali, pilastro fondamentale di un’economia circolare, ha ricadute positive in termini ecologici ed economici. 

8. Filiere nazionali vanno costruite per rendere competitiva l’Italia sul terreno della transizione ecologica. La troppa dipendenza dalle forniture estere rischia di far fluttuare i costi e rendere incerto il futuro. 

9. L’occupazione si prende il nono posto nella lista delle priorità. La richiesta è aumentare la quantità e la qualità del lavoro e favorire l’aggiornamento delle competenze

10. Migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti è una raccomandazione “sempreverde” che torna anche in questo elenco. 

11. Stesso discorso per l’ultimo punto: potenziare la ricerca e l’innovazione. “L’Italia investe troppo poco in ricerca e sviluppo”, lamentano le imprese. Appena l’1,6% del Pil è dedicato a questa missione. Molto meno delle grandi economie europee.

Compiti a casa per il governo

Nel complesso, le 11 proposte rappresentano un bel plico di compiti a casa per il Ministero dell’Ambiente e per il governo stesso. La domanda è: riuscirà a portarli a termine? Oggi l’Italia è tra i primi paesi in Europa per riciclo, ma molta strada resta da fare per garantire la stabilità del sistema, così come l’efficienza energetica e il greening delle fonti di energia.