Non si ferma l’impegno di Dani per l’ESG: è la prima conceria al mondo a ottenere la certificazione secondo la norma internazionale ISO 17033 riguardante i claim etici e tra le pochissime realtà italiane ad avere conseguito la certificazione secondo la specifica tecnica ICEC TS SC 410 sulla tracciabilità della filiera di approvvigionamento delle pelli grezze
Rientra in un impegno preciso e nella volontà di trasparenza nei confronti del mercato il percorso di certificazione che vede Dani spa, l’azienda multinazionale vicentina tra i principali player per la lavorazione delle pelli nel mondo, aggiungere due ulteriori tasselli agli importanti riconoscimenti già ottenuti in termini di tracciabilità delle materie prime, affidabilità dei processi di lavorazione, impegno etico e sostenibilità ambientale.
Con l’attestazione internazionale ISO 17033, di recente introduzione, Dani è la prima azienda conciaria al mondo che può vantare il claim etico che garantisce ai clienti la provenienza di tutte le pelli da allevamenti bovini a solo scopo alimentare, quasi solo europei e quindi soggetti alle leggi più severe riguardo le condizioni di animal welfare. A riconferma del fatto che la conceria è davvero un’azienda che si inserisce naturalmente nel framework dell’economia circolare, in quanto nobilita un sottoprodotto dell’industria alimentare che diventerebbe un rifiuto.Questo riconoscimento apre la strada verso un modello di comunicazione etica, trasparente e affidabile, in sintonia con lo spirito che guida le azioni imprenditoriali di Dani, nel pieno rispetto dei valori etici e di responsabilità socio-ambientale.
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Inoltre, con l’ottenimento della certificazione di tracciabilità della materia prima per l’intera gamma di prodotti secondo la specifica tecnica ICEC TS SC 410, con rating “ottimo” (80/100) Dani garantisce la mappatura precisa e completa della provenienza delle pelli grezze identificando i macelli e gli allevamenti.
“Per noi la sostenibilità è il viaggio, mai un punto di arrivo” afferma Giancarlo Dani, Presidente e CEO di Dani. “Ho modellato la nostra azienda su questo imprinting da subito: attenzione alle materie prime, al rispetto di ogni fase e di ogni fornitore della nostra filiera, attenzione al recupero di ogni bene, dall’acqua piovana ai trimmings, i cosiddetti ritagli di scarto di lavorazione, alla selezione di materiale sempre meno inquinante. E con orgoglio posso dire che vedo ora tante altre aziende, anche del nostro distretto, seguire questa strada e sviluppare insieme a noi progetti di ricerca condivisi per migliorare l’impatto che l’uomo, nel privato e nel pubblico, ha sull’ambiente. Un circolo virtuoso che ci consente di mantenere gli elevati standard qualitativi dei prodotti con l’eccellenza che contraddistingue l’industria conciaria italiana nel mondo, insieme alla soddisfazione di vedere il nostro contributo concreto ad un mondo migliore”.