Rinnovabili • Latte Betacaseina A2

Granarolo presenta il Latte Betacaseina A2, nuovo lancio nel segno dell’innovazione

Un progetto di filiera unico e distintivo per un prodotto in forte crescita in molti paesi esteri

Latte Betacaseina A2

Granarolo S.p.A. lancia un’importante novità nel mondo latte: il Latte Betacaseina A2 Granarolo, un innovativo progetto che coinvolge l’intera filiera del Gruppo, con un’attenta selezione degli allevamenti coinvolti, disponibile a partire dal 12 aprile.

Normalmente il latte contiene due tipi di proteine Beta-caseine, A1 e A2, ma non sempre è stato così: in passato le mucche producevano un latte la cui proteina Beta-caseina era unicamente A2, ma nel corso del tempo si è assistito a cambiamenti nel patrimonio genetico che hanno portato alla produzione di Beta-caseina A1, e da quel momento le mucche sono state in grado di produrre latte con entrambe le proteine. Al giorno d’oggi, per la produzione di latte Beta-caseina A2, è necessario avere a disposizione mucche che producono solo ed esclusivamente la proteina A2.

Il Latte Betacaseina A2 Granarolo è un latte intero pastorizzato a temperatura elevata, 100% italiano perché proveniente dagli allevamenti di alcuni soci-allevatori della filiera Granarolo appositamente selezionati per produrre questa tipologia di latte, in un’esclusiva confezione da fonti vegetali e rinnovabili, certificata a Zero Emissioni di CO2 da Carbon TrustTM.

Negli ultimi 10 anni è aumentata l’attenzione e l’interesse verso il latte A2. In Europa, e in particolare in Italia, per il momento è ancora un prodotto di nicchia, pochissimo conosciuto, mentre è molto popolare in altri paesi, in particolare Australia e Nuova Zelanda, Cina e ora anche gli Stati Uniti, dove ha conquistato ingenti quote di mercato. A partire dagli anni 2000 sono stati pubblicati diversi studi scientifici in letteratura dedicati al latte con la Beta-caseina A2, dai quali emergerebbe una maggiore digeribilità. Normalmente il latte, quando viene digerito, libera una porzione di proteina che interagisce con il tratto gastrointestinale causando, in alcuni soggetti più sensibili, sintomi correlati con la maldigestione. Nella digestione del latte A2, invece, non si verifica la formazione di questo frammento di proteina, trasferendo così una sensazione di maggiore leggerezza*.

Per valutare il gradimento del prodotto e le sensazioni che evoca a chi lo prova, è stato condotto con l’istituto di ricerca Adacta un test coinvolgendo 100 consumatori di latte fresco. Il test si è svolto in modalità blind, ossia sono stati inviati ai consumatori prescelti dei campioni di prodotto chiedendo di provarli per 3-4 giorni, senza rivelare né la tipologia né la marca, così da non influenzare in nessun modo il giudizio. Al termine del test è stato chiesto loro di rispondere ad un breve questionario, da cui è emerso che:

•                L’81% del campione intervistato ha dichiarato che il prodotto dà una sensazione di leggerezza;

•                L’85% del campione intervistato ha dichiarato che il prodotto dà una sensazione di piacevolezza.

(Fonte: Studio condotto da Adacta S.r.l. – job 21.045 – Marzo 2021)

In virtù della scelta del packaging sostenibile, il Latte Betacaseina A2 Granarolo si inserisce nel contesto di #bontàresponsabile, il piano strategico di lungo periodo che, agendo sulla leva dell’innovazione, focalizza l’impegno del Gruppo sui temi della sostenibilità per l’oggi e per il futuro, in linea con il percorso intrapreso dal Piano di Sostenibilità triennale promosso nel 2018 e in coerenza con il Goal 12° “Consumo e Produzione Responsabili” dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Il marchio #bontàresponsabile è anche un segno grafico rappresentato su tutte le confezioni della nuova gamma: un quadrifoglio costruito facendo perno sulla “G” del logo Granarolo dove ogni foglia identifica uno dei 4 pilastri della sostenibilità Granarolo.

  1. Qualità garantita di filiera italiana del latte

La distintività e unicità della filiera Granarolo, la più grande d’Italia, totalmente presidiata e controllata sin dalla stalla: italiana, perché il latte è degli oltre 600 soci-allevatori presenti in 12 regioni italiane, e garantita, perché ogni anno vengono effettuati 500mila controlli su tutta la filiera per verificare ogni fase di produzione e trasformazione.

  1. Benessere animale certificato

Più benessere animale alla stalla anche lavorando sulla riduzione dell’impatto ambientale: i soci-allevatori saranno sempre più parte attiva del cambiamento avviato. Tutte le stalle del Gruppo, certificate sul benessere animale tra il 2018 e il 2019, hanno elevato ulteriormente, nel corso del 2020, i punteggi minimi per superare la soglia dei 70/100 richiesti da Granarolo. E nuovi traguardi di sostenibilità si sono posti per il 2021.

  1. Progetti di sostegno per comunità vicine e lontane

L’attenzione di Granarolo verso le comunità e i territori per dare risposte a bisogni concreti, anche uscendo dai confini nazionali: Allattami – La Banca del Latte Umano Donato di Bologna, in collaborazione con il Policlinico di S. Orsola di Bologna, Africa Milk Project in Tanzania e AfricHand Project in Mozambico, in collaborazione con CEFA onlus.

  1. Riduzione di plastica, CO2 e sprechi alimentari

La sostenibilità del packaging rappresenta per il Gruppo un valore importante e un percorso di miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, specifico per ogni tipo di materiale e prodotto, e risparmierà all’ambiente l’immissione di 3.787t di CO2 in 4 anni (piano 2018-2021, più o meno quel che serve all’illuminazione annua di una città di 54.726 abitanti) e 2.500t nel periodo 2021-2023. La strategia è basata sulla riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari, l’utilizzo di plastica riciclabile e riciclata e di materiali alternativi alla plastica. In parallelo, per ridurre gli sprechi, Granarolo sta lavorando sull’aumento della shelf life dei prodotti, sul recupero degli imballaggi del latte reso da mercato, sulla veicolazione dei resi da piattaforma a persone in difficoltà.

*Nel 2009, l’EFSA (European Food Safety Agency) ha rilasciato un parere, sulla base degli studi condotti, senza confermare alcune delle evidenze sopra riportate.