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Crisi energetica, il contributo delle biomasse legnose

AIEL scrive al Presidente del Consiglio Mario Draghi. "I biocombustibili legnosi possono generare un indotto occupazionale rilevante per il Sistema Paese, possono contribuire alla riduzione della dipendenza degli approvvigionamenti esteri, a diversificare il mix energetico"

biomasse legnose
Credits: CIB

La drammatica situazione in Ucraina, l’impennata dei prezzi dell’energia, i timori per la continuità delle forniture di gas hanno ulteriormente confermato la necessità di guardare con maggior attenzione al contributo che il settore produttivo delle biomasse legnose può fornire alla diversificazione degli approvvigionamenti riducendo la dipendenza energetica da altri Paesi, contrastando il caro energia e promuovendo al contempo lo sviluppo locale e la transizione energetica. 

Lo scrive Annalisa Paniz Direttrice generale di AIEL – l’Associazione che rappresenta oltre 500 soci tra produttori, distributori, costruttori di tecnologie, progettisti e installatori di impianti di riscaldamento a biomasse legnose – in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi. 

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Nella missiva AIEL approfondisce alcune delle possibili soluzioni per mitigare gli effetti prodotti dalla crisi ucraina, tra cui anche le conseguenze drammatiche per il prezzo dell’energia. AIEL auspica che la profonda crisi che stiamo attraversando sia occasione per ripensare al modello energetico nazionale grazie a un’autentica promozione delle energie rinnovabili, dell’efficienza e del risparmio energetico per diversificare gli approvvigionamenti e ridurre le speculazioni e la dipendenza dall’estero, senza tuttavia ricorrere a soluzioni vecchie e ambientalmente insostenibili come il carbone.

La strategia energetica per un calore rinnovabile dovrebbe vedere una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas e quindi fondarsi anche su piccoli-medi impianti centralizzati a biomassa legnosa, impianti di micro e minicogenerazione, teleriscaldamento e calore di processo, ma anche sulle moderne stufe che, grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, garantiscono alto rendimento, efficienza energetica e basse emissioni di particolato. 

I biocombustibili legnosi – spiega Annalisa Paniz – oltre ad essere un veicolo di sostenibilità che contribuisce all’abbattimento delle emissioni, alla manutenzione del patrimonio boschivo e a generare un indotto occupazionale rilevante per il Sistema Paese, possono contribuire alla riduzione della dipendenza degli approvvigionamenti esteri, a diversificare il mix energetico e a contrastare il fenomeno della povertà energetica che interessa sempre più famiglie e che può essere vinta abbandonando le fonti fossili, caratterizzati da prezzi volatili legati ad assetti geopolitici in continua evoluzione, in favore delle energie rinnovabili, sia quelle più moderne, ma anche le più antiche e mature, come i biocombustibili legnosi, che assicurano continuità, stabilità e programmabilità: tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva. I biocombustibili legnosi – prosegue Paniz – sono estremamente più convenienti di quelli fossili: il costo di produzione di 1 MWh di energia termica con biomasse legnose oscilla tra i 24 e i 72 euro, quello con le fonti fossili tra i 103 e i 146 euro, valori destinati a crescere ulteriormente a causa della crisi internazionale“.

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Considerando le risorse legnose attualmente a disposizione è possibile puntare a un obiettivo di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, pari a circa 146 GW di potenza installata. Le bioenergie potrebbero arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da FER nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali lordi al 2030. Per tali ragioni è essenziale che il PNRR contribuisca alla ripresa del Paese mettendo al centro della transizione ecologica anche i biocombustibili legnosi e le filiere produttive ad essi collegate.

Fulcro delle proposte di AIEL è l’attuazione di filiere energetiche locali, per sostenere la crescita economica dei territori. L’uso sostenibile dei biocombustibili legnosi, la cui produzione è strettamente connessa alla gestione del territorio, non solo può ridurre il tasso di dipendenza dalle fonti fossili ma anche e soprattutto limitare la dipendenza da forniture di altri Paesi, garantendo l’autonomia energetica, stimolando l’iniziativa economica e l’occupazione. 

Infine, non possiamo non dimenticare la lotta alla povertà energetica che interessa sempre più famiglie e che può essere vinta abbandonando al più presto le fonti fossili in favore delle energie rinnovabili, sia quelle più moderne, ma anche le più antiche e mature, come i biocombustibili legnosi che assicurano continuità, stabilità e programmabilità, tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva. 

A tale proposito è fondamentale sostenere, anche grazie allo strumento del PNRR, il consolidamento e la nascita di nuove imprese forestali supportando la realizzazione di piattaforme logistico-commerciali a scala regionale, sostenere investimenti da parte di industrie di prima lavorazione del legno finalizzate anche alla realizzazione di impianti di produzione di pellet e sostenere investimenti per la realizzazione di moderni impianti tecnologici a biomasse per la produzione di calore e la micro e minicogenerazione ad alto rendimento. Infine, per combattere la povertà energetica, è necessario agire sulle imposte che incidono maggiormente sui redditi bassi, come l’IVA, ripensando ad un’aliquota agevolata per tutti i biocombustibili.

La lettera completa inviata da AIEL al Presidente del Consiglio dei Ministri è scaricabile qui.