Il Mise punta al riassetto delle misure fiscali, per riuscire ad ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie e premiare la sostenibilità ambientale
Transizione 4.0, competività farà rima con sostenibilità
(Rinnovabili.it) – Il Piano Impresa 4.0 cambia nome ed orizzonti: il pacchetto di misure fiscali, pensate per favorire gli investimenti in innovazione e competitività industriale, diventa oggi Transizione 4.0 e compie i primi passi vero quel Green Deal tanto citato dal governo. La presentazione ufficiale è arrivata ieri con il tavolo Transizione 4.0, presieduto dal Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, occasione per il Dicastero di ricordare quanto raggiunto negli anni passati e rilanciare per il futuro. L’incontro ha messo insieme le principali associazioni che rappresentano il tessuto imprenditoriale nazionale, con l’obiettivo di ragionare su un nuovo percorso di crescita. La logica è sempre quella del 4.0, ma stavolta la transizione tecnologica è legata doppio filo agli obiettivi di sostenibilità ambientale.
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In apertura del tavolo, il Ministro Patuanelli ha illustrato i risultati del 2017, ricordando le misure che hanno caratterizzato il Piano Nazionale Impresa 4.0: dall’Iper e Super Ammortamento alla Nuova Sabatini, dal Fondo di Garanzia al Credito d’imposta per le spese in Ricerca e Sviluppo (R&S). Strumenti che, in alcuni casi, hanno bisogno di un riassetto e una semplificazione. E soprattutto di una programmazione pluriennale.
I primi passi di questo percorso sono stati inseriti nello schema della legge di bilancio, con lo stanziamento di circa 7 miliardi di euro per la proroga al 2020 delle misure fiscali del Piano. Il provvedimento normativo ha anche introdotto un credito d’imposta del 10 per cento per il triennio 2020-2022 nel caso in cui gli investimenti effettuati dalle imprese a partire dal 1° gennaio 2017, in macchinari e software, facciano parte di un progetto che preveda almeno uno di quattro obiettivi verdi:
- L’aumento di produttività a fronte di un minore utilizzo di materie prime, materiali ed energia e una minore produzione di rifiuti rispetto alle tecnologie attualmente utilizzate;
- La riduzione delle emissioni inquinanti da processi industriali in aria, acqua e suolo a parità o a fronte di minore intensità energetica o maggiore produttività ulteriori rispetto ai beni attualmente utilizzati e ai limiti già previsti dalla legislazione ambientale vigente;
- La riduzione delle emissioni di carbonio da processi industriali a parità o a fronte di minore intensità energetica o maggiore produttività rispetto ai beni attualmente utilizzati;
- L’utilizzo alternativo dei materiali.
L’obiettivo del Ministro Patuanelli è adesso quello di procedere alla razionalizzazione e alla semplificazione dell’utilizzo degli strumenti fiscali per riuscire ad aumentare del 40 per cento la platea delle imprese beneficiarie. Come? Ad esempio, anticipando il momento di fruizione del beneficio fiscale, trasformando iper e super ammortamento in un credito d’imposta a intensità crescente e estendendo quello per le spese in R&S a innovazione e design, veri e propri capisaldi del Made in Italy.
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