Da un team di ricerca multidisciplinare arriva il primo sistema costruttivo per la disinfezione delle acque grigie accoppiato con l’accumulo termico
(Rinnovabili.it) – La progettazione edilizia è in piena trasformazione: le nuove esigenze energetiche e ambientali stanno facendo pressione verso approcci multidisciplinari in grado di rispondere alle moderne sfide con soluzioni nuove e versatali. È il caso del lavoro condotto dall’architetto Maria Paz Gutierrez che, all’Università della California (UC) a Berkeley, sta mettendo le proprie capacità progettuali nella risoluzione d’un problema ambientale e socio-economico diffuso oramai in quasi tutto il mondo: la scarsità d’acqua.
Insieme all’ingegnere ambientale Slav Hermanowicz e al bioingegnere Luke Lee, la Gutierrez spera di portare il riciclo delle acque reflue domestiche ad un livello completamente nuovo. Con il sostegno della National Science Foundation (NSF), il team ha disegnato e realizzato un pannello solare termico capace di riciclare le acque grigie, ossia gli scarichi provenienti lavandini, docce e lavatrici. L’ibrido tecnologico attinge agli espedienti della biomimetica e del biodesign per filtrare, disinfettare e rimuovere i composti organici presenti negli scarichi. L’invenzione si basa sull’impiego di pannelli solari per la pastorizzazione attiva attraverso la micro-ottica; il risultato è facilmente integrabile nelle pareti degli edifici che possono così sfruttare la luce solare per disinfettare le acque grigie e controllare le oscillazioni di temperatura giornaliera dell’abitazione assorbendo il calore durante il giorno e rilasciandolo la notte.
Le acque riciclate ovviamente non sono potabili ma possono essere reimpiegate negli scarichi dei servizi igienici, nella lavatrice o per innaffiare le piante. “Questo è il futuro dei sistemi di edilizia sostenibile: processi di ottimizzazione sinergici che rappresentano una soluzione doppiamente vincente dalla scala locale a quella globale”, spiega Gutierrez. “Ci sono vantaggi per l’utente finale perché sta utilizzando meno acqua e meno energia, per la comunità perché in questo modo ha meno minori volumi di reflui da trattare, per l’ambiente perché non evitiamo l’introduzione di nuovi contaminanti. Questa è la differenza fondamentale tra questo progetto e altri sistemi edilizi”.
Secondo l’architetto, la tecnologia potrebbe essere pronta per il mercato entro il 2020 ad un prezzo conveniente anche per quelle zone del Pianeta con forte stress idrico.