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Inventati minirobot capaci di rimuovere le microplastiche dall’acqua

Utilizzando solo alghe e nanoparticelle magnetiche un team di ricercatori ha scoperto un modo per rimuovere le microplastiche dall’acqua

rimuovere le microplastiche dall’acqua
Foto di Sören Funk su Unsplash

Un passo avanti nella sfida di rimuovere le microplastiche dall’acqua 

(Rinnovabili.it) – Uno dei compiti più urgenti per fronteggiare l’inquinamento degli oceani è trovare metodi efficaci per rimuovere le microplastiche dall’acqua. Il problema è che tecnologie appropriate, ancora non se ne vedono all’orizzonte. Come abbiamo raccontato in un recente articolo, spesso i tentativi di eliminazione della plastica marina fanno più danni che altro.

Ma i ricercatori dell’Università di Tecnologia di Brno e dell’Università di Mender nella Repubblica Ceca hanno avuto un’idea. Sviluppare microrobot bioibridi che potrebbero rimuovere le microplastiche dall’acqua senza causare ulteriore inquinamento. Questi robot, presentati in un articolo pubblicato su Advanced Functional Materials, integrano materiali biologici – le alghe – con materiali ecocompatibili che rispondono ai campi magnetici esterni. 

Invece dell’utilizzo di metalli per la propulsione dei minirobot, i ricercatori hanno esplorato l’utilizzo di cellule di alghe. La soluzione trovata combina alghe e nanoparticelle magnetiche non inquinanti. Queste ultime reagiscono a un campo magnetico esterno, che orienta i movimenti del robottino bioibrido mangia-plastica. 

La carica opposta che differenzia la superficie dei robot da quella delle microplastiche, facilita l’attrazione elettrostatica. Così avviene la cattura e la rimozione mirata di micro e nano plastiche da parte di questi piccoli spazzini del mare. 

I test effettuati dai ricercatori hanno dato risultati notevoli. Dimostrano che questi minirobot si possono controllare a distanza con precisione, rimuovendo le particelle di plastica più piccole nei contenitori d’acqua in cui vengono introdotti. Il tasso di rimozione raggiunge il 92% per le nanoplastiche e il 70% per le microplastiche, afferma il team. Manca ancora un test in mare aperto, che sarà il prossimo passo dell’esperimento. La ricerca è destinata a proseguire, perché i robot sono realizzati utilizzando materiali accessibili e processi di fabbricazione scalabili, quindi rappresentano una tecnologia economicamente vantaggiosa.