Le innovative valvole di regolamentazione brevettate dall'Ateneo sono in grado di catturare l'energia dei fluidi mentre ne controllano il flusso
Come funzionano le valvole del Polimi?
Si tratta di dispositivi a sfera, a globo e a fuso (ovvero le più diffuse valvole di regolazione oggi sul mercato), in cui agli elementi costituenti tradizionali sono stati aggiunti alcuni componenti: una girante costituita da un insieme di pale, un albero che trasmette all’esterno l’energia meccanica estratta dal flusso e dei supporti necessari a mantenere in asse la girante. Quando il fluido vi passa attraverso, le pale si muovono e l’energia cinetica è convertita in elettricità. Una volta recuperata, l’energia può essere resa disponibile immediatamente attraverso un reimpiego diretto o immessa in rete.
Qual è il campo di applicazione della valvola che recupera l’energia?
Gli scienziati dell’Ateneo hanno studiato la funzionalità di queste valvole di ultima generazione in riferimento alla possibile applicazione in impianti di distribuzione degli acquedotti, – dove vengono utilizzate valvole per regolare la pressione di consegna alle utenze – in quelli di teleriscaldamento – dove la gestione della pressione del fluido utilizzato per distribuire l’energia è cruciale. In realtà le potenzialità sono molto più ampie dal momento che funzionare con liquidi diversi dall’acqua e in qualsiasi struttura idraulica. Al Politecnico di Milano è in corso la messa a punto anche di una valvola per applicazioni off-grid, da utilizzare in zone dove non è disponibile una connessione alla rete elettrica. Tale valvola è in grado non solo di autoalimentarsi per le manovre di apertura e chiusura, ma anche di recuperare energia per il funzionamento di sistemi di monitoraggio.