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Bioplastica dalla CO2, una sfida tutta italiana

Nasce in Italia Lux-on, impresa che si cimenterà nella produzione di biopolimeri PHAs utilizzando anche l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera

Bioplastica dalla CO2

 

 

Bioplastica dalla CO2, innovazione made in Italy

(Rinnovabili.it) – Solo fonti rinnovabili per alimentarsi e risorse naturali come materie prime. Questi gli input della Lux-on, nuova impresa italiana dedicata ad una nuova tecnologia di produzione dei biopolimeri. Nata dall’accordo tra Bio-on e Gruppo Hera, la società si lancerà in una vera e propria sfida tecnologica: rendere possibile la produzione di bioplastica dalla CO2 catturata dall’atmosfera. La tecnica è il frutto di due anni di studi e sperimentazioni da parte degli scienziati Bio-on e, a regime, permetterà di integrare il biossido di carbonio tra le fonti naturali impiegate oggi nella sistensi del poliestere PHAs, come la barbabietola zucchero, gli scarti della frutta e patate, il glicerolo e l’olio di frittura esausto.

Dal punto di scientifico, la produzione di bioplastica dalla CO2 ha lungo elenco di ricerche dedicate, come quella condotta nel 2017 dai ricercatori dell’Institut Català d’Investigació Química per sintetizzare un biopolimero a partire da bucce di limone e biossido di carbonio. O come la ricetta stilata dai chimici di Stanford nel 2016 per produrre polietilene furandicarbossilico a partire da rifiuti agricoli, erbe non commestibili mixati e anidride carbonica.

 

Ma in questo caso non si tratta solo di un esperimento. Il primo impianto Lux-on sarà costruito entro il 2019 a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, nei pressi dello stabilimento industriale di Bio-on Plants. Il complesso sarà dotato di impianti di cattura dell’anidride carbonica atmosferica e alimentato solo da fonti rinnovabili; il progetto prevede, infatti, anche l’installazione di moduli fotovoltaici e un elettrolizzatore per conservare l’energia solare prodotta sotto forma d’idrogeno.

 

 

L’impianto – si legge in una nota stampa – sorgerà su un’area di 1.500 metri quadrati, di cui 600 metri quadrati coperti, e avrà una capacità produttiva flessibile ed espandibile rapidamente”. Nell’ambito dell’accordo siglato tra Bio-on ed Hera è prevista anche una seconda linea di sviluppo finalizzata all’individuazione di sotto prodotti sostenibili per la produzione di bioplastiche. L’iniziativa, che prende il nome di Hera PHA-CEL, si focalizzerà sulla trasformazione della cellulosa di sfalci e potature in zuccheri semplici che, sottoposti a trattamento enzimatico, permettono di essere utilizzati in fermentazione. “Un processo interessante reso possibile grazie alla tecnologia di trattamento, messa a punto dal Gruppo Hera, che sta valutando la sua applicazione anche nella produzione di biogas e biometano da sfalci e potature”.