I ricercatori del MIT di Boston hanno inventato una batteria liquida composta da litio, piombo e antimonio. Costa poco e riesce a immagazzinare anche l’energia rinnovabile
Per lungo tempo le batterie sono state considerate una soluzione ideale per questi scopi, a causa dello spazio ridotto che occupano e della semplicità meccanica. Ma il problema era economico: costavano troppo. Stavolta però i ricercatori assicurano di avere trovato, con la batteria liquida, una ricetta economica e funzionale. Gli ingredienti sono un elettrodo negativo in litio liquido, uno positivo in lega di antimonio e piombo ed un elettrolita salino allo stato fuso che opera da conduttore della corrente. Non servono membrane o separatori per tenere staccati fra loro i tre liquidi: è sufficiente la diversa densità che li caratterizza. Il risultato offre numerosi vantaggi rispetto alle batterie allo stato solido: maggiore densità di corrente, buona durata nel tempo (secondo gli esperimenti, dopo 10 anni la batteria potrebbe vantare ancora l’85% della capacità iniziale), facilità di costruzione (che si traduce in costi più bassi). I primi due parametri ne fanno un oggetto più efficiente rispetto al passato, mentre il terzo sembra aprire le porte alla produzione su vasta scala.
Non è la prima volta che si sente parlare di batterie liquide: già l’anno scorso Donald Sadoway, ricercatore del MIT che ha sfornato anche quest’ultima invenzione, ci era andato vicino. Aveva utilizzato il magnesio al posto del piombo, un fatto che elevava i costi della batteria. La sostituzione del metallo, che insieme all’antimonio forma l’elettrodo positivo, ha permesso di ottenere un risultato economicamente più soddisfacente.