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Batteria liquida: l’accumulatore amico delle rinnovabili

I ricercatori del MIT di Boston hanno inventato una batteria liquida composta da litio, piombo e antimonio. Costa poco e riesce a immagazzinare anche l’energia rinnovabile

Batteria liquida l’accumulatore amico delle rinnovabili 300(Rinnovabili.it) – Litio, antimonio e piombo: tre metalli fusi danno vita alla batteria liquida low cost che renderà più efficienti le reti elettriche del futuro. L’hanno sviluppata al MIT (Massachussets Institute of Technology) di Boston, e i risultati sono stati pubblicati su Nature. La nuova batteria avrà una migliore capacità di accumulazione, e sarà in grado di integrare nelle scorte di energia elettrica di base anche quella prodotta con discontinuità da impianti fotovoltaici ed eolici. Un fatto che permetterà di adattare le reti elettriche, cosicché possano funzionare con percentuali crescenti di fonti non programmabili, come il solare e l’eolico.

 

Per lungo tempo le batterie sono state considerate una soluzione ideale per questi scopi, a causa dello spazio ridotto che occupano e della semplicità meccanica. Ma il problema era economico: costavano troppo. Stavolta però i ricercatori assicurano di avere trovato, con la batteria liquida, una ricetta economica e funzionale. Gli ingredienti sono un elettrodo negativo in litio liquido, uno positivo in lega di antimonio e piombo ed un elettrolita salino allo stato fuso che opera da conduttore della corrente. Non servono membrane o separatori per tenere staccati fra loro i tre liquidi: è sufficiente la diversa densità che li caratterizza. Il risultato offre numerosi vantaggi rispetto alle batterie allo stato solido: maggiore densità di corrente, buona durata nel tempo (secondo gli esperimenti, dopo 10 anni la batteria potrebbe vantare ancora l’85% della capacità iniziale), facilità di costruzione (che si traduce in costi più bassi). I primi due parametri ne fanno un oggetto più efficiente rispetto al passato, mentre il terzo sembra aprire le porte alla produzione su vasta scala.

 

Non è la prima volta che si sente parlare di batterie liquide: già l’anno scorso Donald Sadoway, ricercatore del MIT che ha sfornato anche quest’ultima invenzione, ci era andato vicino. Aveva utilizzato il magnesio al posto del piombo, un fatto che elevava i costi della batteria. La sostituzione del metallo, che insieme all’antimonio forma l’elettrodo positivo, ha permesso di ottenere un risultato economicamente più soddisfacente.