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Acqua potabile: il MIT rende economica la desalinizzazione solare

Gli scienziati del MIT stanno ottimizzando un nuovo sistema di trattamento delle acque dei pozzi, a base di energia solare. I dispositivi sono economicamente convenienti per le comunità rurali

Acqua potabile: il MIT rende economica la desalinizzazione solare

 

(Rinnovabili.it) – Non è solo questione di rimuovere batteri e contaminanti. Fornire acqua potabile significa anche riuscire a garantire un sapore soddisfacente. Ed è da questo punto che sono partiti i ricercatori del celebre MIT di Boston, per realizzare un nuovo sistema di trattamento idrico per i villaggi rurali dell’India. Gli scienziati hanno ideato, costruito e testato un prototipo di desalinizzatore a energia solare che promette di garantire acqua potabile e sicura a prezzi accessibili.

 

Ma prima di sviluppare il progetto, il team ha voluto fare una sosta obbligata in India per poter comprendere da vicino il problema, parlando con i residenti delle comunità più remote. “Andiamo sul campo ogni sei mesi per capire come i fattori socio-economici influenzino quelli tecnici”, spiega l’ingegnere Amos Winter, a capo del progetto. “Ci muoviamo in equilibrio tra designer di prodotti, i progettisti di macchine, etnografi e scienziati sociali, ed è alla confluenza di tutte queste diverse prospettive che vengono fuori nuove e dirompenti soluzioni”.

 

I sistemi per la potabilizzazione dell’acqua estratta dai pozzi abbattono i contaminanti biologici, rendendo di per sé la risorsa idrica sicura. Ma quello che i ricercatori hanno scoperto parlando con gli abitanti dei villaggi è che l’acqua così ottenuta, soprattutto in un territorio flagellato dalla siccità, ha un sapore cattivo a causa del sale presente: infatti, più si è costretti a scavare in profondità per accedere all’acqua e più il livello di salinità aumenta in maniera naturale. E per rimuovere il sale è richiesta molta energia, evidente ostacolo per comunità che sono lontane dalla rete elettrica.

 

La soluzione del MIT si affida invece alla dissalazione per elettrodialisi (EDR), tecnologia in commercio dal 1960, che richiede dal 25 al 70 per cento di energia in meno dell’osmosi inversa, recuperando oltre il 90 per cento dell’acqua. Questo risparmio energetico apre anche la porta a sistemi di desalinizzazione a energia solare a prezzi accessibili, bypassando dunque la necessità di un rifornimento affidabile di corrente della rete e contemporaneamente diminuendo i costi operativi e di capitale. Inoltre i sistemi EDR non richiedono filtri e si affidano a membrane che devono essere sostituite solo ogni 10 anni. Il team sta studiando ulteriori modi per rendere il sistema più efficiente, ad esempio utilizzando design alternativi per l’impilamento delle membrane. Allo stesso tempo, sta lavorando per ottimizzare la combinazione energia solare/sistema EDR.