I 12 progetti finalisti al Wood Architecture Prize di Klimahouse 2024 mostrano le infinite possibilità costruttive offerte dal legno per rispondere ai criteri internazionali imposti dalle pressanti sfide climatiche e di sostenibilità ambientale.
Il vincitore del Wood Architecture Prize sarà annunciato in occasione della 19a edizione di Klimahouse 2024 attesa a Fiera Bolzano dal 31 gennaio al 3 febbraio
(Rinnovabili.it) – Sono stati annunciati i 12 progetti finalisti del Wood Architecture Prize, il premio sull’architettura in legno in Italia, parte integrante della manifestazione Klimahouse 2024. Dopo il grande successo riscosso nella sua prima edizione lo scorso anno, il Premio dedicato alle costruzioni in legno, è tornato ad attirare l’attenzione su questo sistema costruttivo tanto versatile quanto sostenibile.
A sfidarsi quest’anno saranno 12 progetti, selezionati dalla giuria internazionale a partire da 80 candidati provenienti da tutta la Penisola, compreso Centro e Sud. Considerando il peso del settore edile a livello ambientale ed energetico, non stupisce il sempre maggiore interesse riservato dalla comunità internazionale nei confronti di questo materiale a basso impatto ed alte prestazioni.
Il vincitore tra i 12 finalisti delle tre categorie, privata, pubblica e temporanea, a cui si aggiunge una menzione speciale trasversale per un progetto realizzato da progettisti under 35, verrà proclamato in occasione della cerimonia ufficiale che avrà luogo giovedì 1 febbraio alle ore 15 presso il Klimahouse Stage.
Le 12 eccellenze dell’architettura in legno
A fare da cornice al Wood Architecture Prize è Klimahouse 2024. La manifestazione internazionale sul risanamento, la sostenibilità e l’efficienza energetica in edilizia sarà l’occasione per scoprire gli architetti di spicco che hanno plasmato progetti in legno di ultima generazione, trasformando le necessità costruttive in autentiche espressioni d’avanguardia mirate a promuovere il cambiamento green del settore.
A decretare i vincitori, sarà un comitato scientifico d’eccezione presieduto dall’Arch. Manuel Benedikter dell’omonimo Studio e composto dall’Arch. Sandy Attia dello Studio MoDus Architects, dal Prof. Guido Callegari del Politecnico di Torino, dall’Arch. Mauro Frate dello Studio MFA Architects e Professore Iuav, dal Professor Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, dal Prof. Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura.
- Arch. Cesare Querci, Studio Mixtura con A.I.D.I. – Accoglienza in dispensa, un padiglione per la distribuzione solidale di generi alimentari a famiglie e persone bisognose situato nel comune di Terlizzi, in Puglia. L’edificio ospita al suo interno un magazzino per lo stoccaggio dei prodotti alimentari, una cella frigorifera, un punto di distribuzione, un ufficio dedicato all’ascolto, servizi igienici e un drive-trough per la distribuzione di alimenti.
- Arch. Marta Baretti, Arbau studio con Ampliamenti edifici terapeutici a Forte Rossarol, struttura votata alla cura delle dipendenze, ospitata nell’area monumentale di Forte Rossarol, ex zona militare, ormai abbandonata, in provincia di Venezia, in cui convivono realtà terapeutiche e di accoglienza, in concessione ad una cooperativa sociale. Nel 2013 un processo multidisciplinare che ha interessato undici edifici nati come deposito di munizioni, ha portato alla rigenerazione degli spazi e alla valorizzazione del metodo di cura, aprendo una ricerca sulla relazione tra neuroscienze e architettura. Il progetto è proseguito negli anni in funzione delle nuove esigenze, fino alle ultime realizzazioni completate nel 2021.
- Arch. Dario Castellino, studio omonimo con Buen Retiro, una casa-rifugio nata dalla volontà del progettista di far rinascere un luogo un tempo teatro di vita contadina, adeguandolo alle mutate esigenze. È il risultato del recupero e dell’ampliamento di un antico rudere in pietra, immerso nei boschi di Roccasparvera, in provincia di Cuneo.
- Arch. Camilla De Camilli, studio omonimo con Casa del Custode, originariamente concepita come guardiana per una fondazione senza scopo di lucro, con sede in una villa seicentesca, la struttura in seguito è stata convertita in spazio di socializzazione riabilitativa per utenti affetti da disturbi dell’alimentazione.
- Arch. Alberto Giobbi, OUTSTUDIO Architetture con Casa Zero, riqualificazione funzionale di un fienile della seconda metà dell’Ottocento in stato d’abbandono, situato nel comune di Ovindoli (AQ. È il primo esempio, in assoluto in Italia, di una classificazione energetica B in un edificio sito in un centro storico, mantenendo la preesistenza in pietra locale.
- Arch. Antonio De Rossi, DAD – Politecnico di Torino e Studio Luisella Dutto con Mizoun de la Villo – Casa alpina del Welfare un piccolo edificio pubblico che ospita un progetto pedagogico sperimentale per bambini da 1 a 3 anni, l’ambulatorio medico con annessi spazi per il wellness e i trattamenti di fisioterapia, un laboratorio artigianale di pasticceria-panetteria condotto da una coppia di giovani e gli archivi comunali. Si tratta di uno degli ultimi tasselli di un progetto di infrastrutturazione del luogo – Ostana, ai piedi del Monviso, diventato recentemente simbolo dei processi di rigenerazione delle aree interne e montane – incentrato sul welfare.
- Arch. Enrico Molteni, studio omonimo con Polo educativo inclusivo e innovativo, un edificio educativo, collocato a Parma, che riunisce due differenti programmi funzionali. L’idea pedagogica è fortemente innovativa, sia nell’integrazione tra una scuola pubblica e una privata, sia nella continuità educativa a soggetti diversi, così come nell’idea di inserire il nuovo polo all’interno di un campus universitario. Si tratta di un esempio unico in Italia, socialmente e culturalmente avanzato.
- Arch. Lukas Tammerle, Senoner Tammerle Architetti con Rifugio Passo Santner, ristrutturazione e ampliamento del rifugio Passo Santner a 2.730 m, sul Catinaccio: un’opera che cerca, in vari modi, di essere una risposta ovvia e sicura alla sfida costruttiva in gioco, vista la particolarità del contesto paesaggistico in cui si colloca.
- Arch. Filippo Taidelli, studio omonimo con Roberto Rocca Innovation Building, la nuova sede del corso di Laurea in Medicina e Ingegneria Biomedica di Milano, nata dalla collaborazione tra Humanitas University e il Politecnico di Milano. L’idea progettuale si configura come un “hangar della conoscenza” che, come un padiglione industriale dalle ampie campate in legno lamellare e solai in cemento a vista, sia in grado di garantire una grande flessibilità nel sviluppare nuove configurazioni spaziali.
- Arch. Michaela Wolf, studio Bergmeisterwolf con Scissione – Casa EM, un esercizio virtuosistico su una casa privata a Tires (Bz), destinata a una committenza che gioca con la tradizione, i dettagli particolari e la materialità.
- Arch. Federico Robbiano, studio llabb architettura con The Hermitage, uno spazio di contemplazione e di riflessione totalmente off-grid, che si staglia sulla valle selvaggia di Bobbio (PC), caratterizzato da semplicità costruttiva, minimo impatto sul territorio e utilizzo di materiali naturali facilmente reperibili localmente.
- Arch. Jimmi Pianezzola, studio omonimo con Villa 3 (Strawbale), una piccola dimora suburbana vicino a Vicenza, ironicamente progettata sul modello di un’antica villa rinascimentale e costruita con materiali ecologici (legno, paglia, calce, argilla).