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Vivere in Classe A: Legambiente presenta la road-map per arrivare preparati al 2030

L'associazione ambientalista propone 5 punti chiave per accelerare la transizione energetica del settore edilizio e permettere a tutti i cittadini di “Vivere in Classe A”

Vivere in Classe A
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Secondo Legambiente nei prossimi 7 anni dovremo riqualificare almeno 871mila edifici l’anno

(Rinnovabili.it) – L’Italia è in forte ritardo sulla riqualificazione edilizia nazionale. Il quadro che emerge dal Rapporto di Legambiente “Civico 5.0: Vivere in Classe A” non sorprende più di tanto. Siamo ormai consapevoli di essere molto lontani dagli obiettivi di decarbonizzazione del costruito previsti per il 2030, con un patrimonio edilizio obsoleto collocato per oltre il 60% nelle classi energetiche più energivore (F e G).

Secondo le stime disponibili analizzate dall’associazione, degli oltre 12 milioni di edifici ne sarebbero stati riqualificati grazie al Superbonus solo il 3,1 %. Mettendoci in prospettiva di rispettare le richieste della Direttiva Case Green, l’Italia dovrebbe riuscire entro il primo step del 2030, a riqualificare almeno 6,1 milioni di edifici. Stiamo parlando di 871mila edifici l’anno, corrispondenti ad una percentuale di ristrutturazione praticamente doppia rispetto al bonus 110% (7,2%).

Dispersioni termiche, inquinamento indoor e consumi eccessivi

A testimoniare il patrimonio immobiliare “colabrodo” del nostro Paese ci pensano i monitoraggi di Legambiente sulle dispersioni termiche, sui consumi elettrici e sull’inquinamento indoor. Le rilevazioni hanno coinvolto 42 famiglie in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Sardegna e Campania, nell’ambito del progetto Life ClimAction. In termini di dispersioni, le termografie hanno evidenziato evidenti problemi di isolamento da travi e solai, infissi, impronte termiche dei termosifoni, nonché mancanza di coibentazione. Elementi che ovviamente concorrono all’aumento dei consumi di riscaldamento delle famiglie. In tema di energia invece, il monitoraggio ha analizzato 18 elettrodomestici, evidenziando nel frigorifero il problema più energivoro da risolvere.

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In questa direzione sarà importante nei prossimi mesi capire cosa uscirà dal Forum Consultivo, che vedrà il coinvolgimento delle parti interessate e degli esperti nazionali, e che potrà svolgere un ruolo importante nell’innalzare l’asticella in tema di progettazione ecocompatibile per scaldabagni e sistemi di riscaldamento. Un segno importante in tema di decarbonizzazione, che potrebbe infatti vedere, grazie all’innalzamento della soglia di efficienza energetica per tutti i diversi dispositivi legati alla produzione di energia termica, un divieto di fatto alle caldaie a gas e a gasolio, che non raggiungerebbero il livello di efficienza richiesto invece conseguito dalle pompe di calore e da altri sistemi basati su fonti rinnovabili”, commenta Legambiente in controtendenza rispetto a produttore ed installatori estremamente preoccupati di quanto potrebbe uscire dalla revisione del Regolamento “Ecodesign”.

La Road-map di Legambiente per il 2030

Nel Report “Civico 5.0: Vivere in Classe A” Legambiente prova a tracciare una road-map fattibile per far decollare la transizione energetica del settore edile residenziale.

Ciò che serve al Paese è prima di tutto una normativa chiara e duratura per riformare le politiche di efficientamento che prevede:

  1. un nuovo sistema incentivante unico che guardi ai singoli interventi, ma soprattutto alla riqualificazione complessiva degli edifici spingendo soprattutto interventi in classi energetiche elevate;
  2. raggiungimento classe D come minima per aver accesso agli incentivi;
  3. un nuovo sistema incentivante che guardi alla prestazione energetica ottenuta dall’intervento, al reddito delle famiglie, alla messa in sicurezza sismica, ma anche all’abbattimento delle barriere architettoniche, al recupero delle acque piovane a all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili;
  4. l’eliminazione di ogni tecnologia a fonti fossili dal sistema incentivante e introduzione del blocco alle installazioni dal 2025;
  5. il ripristino della cessione del credito (che potrebbe essere riservata solo agli interventi di efficientamento energetico e a quelli relativi alla messa in sicurezza sismica) e degli strumenti alternativi.

Uno strumento di questo tipo, secondo l’associazione, permetterebbe di allinearsi con la Direttiva UE sulle Prestazioni degli edifici portando, entro il 2030, l’intero patrimonio immobiliare almeno in Classe E, per salire alla Classe D entro il 2033. Un obiettivo che si allinea anche con la proposta di revisione in discussione in questi giorni che costringerà a dire addio alle caldaie a gas e non solo entro il 2029, innalzando del 115% il livello di efficienza minima per la produzione termica.

È evidente che all’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – serve con urgenza una nuova e lungimirante politica di efficienza energetica per il settore edilizio che sia al tempo stesso anche una grande politica di welfare per imprese e famiglie. Gli ingredienti ci sono tutti: un grande numero di edifici a disposizione, tecnologie e competenze e una grande disponibilità, non economica, delle famiglie agli interventi. I monitoraggi di Legambiente, attraverso gli Sportelli Energia del progetto Life ClimAction sono la dimostrazione della necessaria strada da percorrere su cui non sono ammessi più ritardi ed errori come quelli che commessi dagli ultimi Governi sul superbonus, che abbiamo più volte criticato indicando quello che a nostro avviso doveva essere migliorato a partire da una modulazione in base al reddito”.

Secondo Legambiente ciò che serve al momento all’Italia è un miglioramento di quanto fatto fino ad oggi con i bonus edilizi innalzando i controlli, per assicurare che l’efficientamento vada prima di tutto a contrastare la povertà energetica “permettendo alle famiglie di vivere meglio e spendere meno risparmiando in bolletta, di dare un volano al settore edile riconvertendolo verso le ristrutturazioni e non verso il consumo di suolo, e fornire infine un contributo importante alla lotta alla crisi climatica”.

I benefici del Vivere in Classe A

Secondo l’Osservatorio di Nomisma le riqualificazioni attivate con il Superbonus hanno ridotto le emissioni di CO2 di 1,42 mln di tonnellate. Allo stesso tempo hanno permesso un risparmio in bolletta di 964 euro l’anno per famiglia. “Oggi vivere in classe A spiega Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente – oltre ad essere un diritto per universale, è un’operazione tecnicamente fattibile per tutti, o quasi tutti, i nostri edifici residenziali”.

L’associazione ambientalista punta tutto su una riformulazione del Superbonus “uno strumento che con tutte le sue imperfezioni ha però permesso di muovere passi importanti verso la decarbonizzazione di questo settore”.Da qui ai prossimi anni sarà importante consentire soprattutto alle famiglie in difficoltà un accesso garantito a questi strumenti a costo zero, differenziando percentuali e mantenendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per chi non ha capacità di anticipo ed eliminando dai sistemi incentivanti tutte le tecnologie a fonti fossili, come le caldaie a gas, oltre a spingere, nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili”.