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Vestiti riciclati per consolidare gli edifici terremotati

Il prof. Yu-fu Ko della CSULB sta sperimentando un materiale ottenuto dal riciclo tessile capace di sostituire la fibra di carbonio rinforzata nei consolidamenti strutturali di edifici danneggiati

Vestiti riciclati per consolidare gli edifici terremotati

 

(Rinnovabili.it) – La California State University Long Beach sta studiando la possibilità di utilizzare i vestiti riciclati per gli edifici colpiti da terremoti o altre catastrofi che hanno bisogno di consolidamento strutturale. La ricerca, guidata dal professor Yu-fu Ko del dipartimento di costruzione della facoltà di ingegneria civile, ha preso in esame le potenzialità di un nuovo materiale, ottenuto da fibre tessili di riciclo e resina bio derivata, per consolidare gli edifici in calcestruzzo colpiti da eventi climatici o terrestri che ne hanno compromesso l’assetto statico.

 

Il materiale vuole proporsi come un’alternativa all’uso della CFRP – la fibra di carbonio rinforzata -, dannosa per la salute di chi la produce e costosa per chi la acquista. Secondo le stime del professor Ko, l’uso dei vestiti riciclati in edilizia potrebbe essere una soluzione vincente e, parallelamente il suo dipartimento sta sviluppando un software di calcolo strutturale per aiutare chi se ne servirà in futuro nei dimensionamenti. Vengono utilizzati algoritmi di calcolo per eseguire test matematici che saranno poi tarati in base alle prove sperimentali fatte in laboratorio.

 

“Se il materiale si inietta nella struttura tramite nanotubi è capace di moltiplicare la resistenza dell’edificio. Se vogliamo fare un paragone con il cemento armato i nanotubi svolgono lo stesso ruolo di rinforzo nel tondino di acciaio nel calcestruzzo.” Spiega il professore e ribadisce che i metalli un giorno saranno sempre più difficile da reperire e per questo è importante cercare tecnologie alternative.

 

I progettisti stanno lentamente cambiando il loro modo di pensare, prendendo coscienza del fatto che le risorse globali sono in via di esaurimento e che quindi si dovrà sempre più puntare su materiali innovativi per l’edilizia che facciano a meno dell’estrazione di nuove materie prime. Oltre ai benefici per i lavoratori e la convenienza economica bisogna valutare anche il fatto che, ciò che fino ad oggi veniva considerato un rifiuto diventerà, una risorsa ecologica e sostenibile.