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Un Sistema a Cappotto termico carente compromette la riqualificazione: cantieri a rischio

Dall'ultimo sondaggio Cortexa emerge un dato preoccupante, la mancanza di manodopera specializzata tra gli installatori di Sistema a Cappotto. A rischio la qualità dei lavori effettuati soprattutto con i Bonus edilizi

Sistema a Cappotto
credits: bing.com generato con IA

Per l’87% degli applicatori intervistati l’efficiacia di un Sistema a cappotto dipende dalla sua posa a regola d’arte

(Rinnovabili.it) – Il Sistema a Cappotto termico è un intervento essenziale per la buona riuscita di un intervento di riqualificazione, ma solo se l’installazione viene eseguita con la massima qualità. In caso contrario può trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Secondo Cortexa, oggi in Italia sono solo 7.899 gli applicatori specializzati nei Sistemi a Cappotto. Considerando che, con il solo Superbonus dal 2020 ad oggi, sono stati avviati oltre 430mila cantieri, nella quasi totalità dei quali l’installazione di un cappotto termico ha determinato il superamento (sulla carta) di due classi di efficienza energetica, viene spontaneo domandarsi come siano stati eseguiti la maggior parte dei lavori.

La qualità degli interventi di efficienza energetica è fortemente determinata, per quando concerne l’involucro, da tre fattori: la corretta scelta del Sistema a Cappotto, la progettazione di dettaglio dell’intervento e la posa a regola d’arte. Per quanto concerne la posa, nel momento in cui scriviamo, in Italia, sono solo 7.899 gli applicatori specializzati in Sistemi a Cappotto che hanno certificato le loro competenze secondo la norma UNI 11716. Si tratta di un numero troppo esiguo di figure specializzate per potere garantire che in ogni cantiere vi siano degli esperti”, sottolinea Stefano Deri, Presidente di Cortexa.

Per gli applicatori la qualità dell’installazione è fondamentale

Nel sondaggio Cortexa rivolto ad imprese ed applicatori, emerge una forte consapevolezza sulla necessità di essere formati. Gli applicatori intervistati sono consapevoli di quanto sia importante applicare Sistemi a Cappotto di qualità, al fine di non incorrere in problematiche né in fase di progettazione ed esecuzione né in fase di utilizzo dell’immobile.

Secondo il sondaggio:

  • l’87% considera indispensabile impiegare sistemi certificati ETA;
  • il 72% ritiene indispensabile che il sistema sia dotato di marcatura CE;
  • il 67% ritiene fondamentale il patentino di certificazione delle competenze del posatore secondo la norma UNI11716.

Auspichiamo che nel medio periodo la formazione possa rientrare tra i requisiti necessari per potere operare in cantiere, specialmente nei cantieri che beneficiano delle detrazioni fiscali”, prosegue il Presidente Deri. Solo la metà degli intervistati (54%) però ha esgeguito in corso di posa sul Sistema a Cappotto e solo il 23% ha certificato le proprie competenze secondo la norma UNI 11716.

I Bonus casa e l’avvento di imprese con scarse competenze

Non è la prima volta che si punta il dito sulla mancanza di controlli dedicati alle imprese che si sono gettate nel fertile mondo dei Bonus Casa. Purtroppo molti cantieri di riqualificazione energetica sono stati avviti da ditte appena nate, o meglio dire, nate proprio nel momento giusto.

Questa situazione ha portato al proliferare di imprese non sempre dotate delle competenze ed esperienze necessarie per garantire la qualità degli interventi e del Sistema a cappotto installato.

Infatti, gli intervistati dichiarano di aver affrontato difficoltà nel reperire manodopera qualificata (66%) e nella presenza di progettisti e direttori lavori poco esperti (51%).

Perchè i committenti scelgono il sistema a cappotto

Secondo gli applicatori intervistati da Cortexa, i committenti sono interessati al Sistema a Cappotto principalmente per:

  • ridurre i consumi energetici e i costi in bolletta (72%);
  • migliorare il comfort della propria abitazione (56%);
  • aumentare il valore dell’immobile (29%).

Dal punto di vista degli interventi, gli applicatori intervistati affermano che per ristrutturare gli edifici più energivori su larga scala, sono necessari:

  • un quadro di incentivazione più chiaro e stabile (64%);
  • maggiore certezza in merito alle certificazioni in vigore per determinare la qualità del Sistema a Cappotto (33%).

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Come determinare la qualità di un Sistema a Cappotto

La formazione e la certificazione delle competenze sono chiaramente l’elemento discriminante nella buona riuscita di un intervento. Ma secondo gli intervistati, l’efficacia di un intervento con Sistema a Cappotto è influenzata prima di tutto da:

  • posa a regola d’arte (87%)
  • corretta progettazione dell’intervento (66%)
  • qualità del Sistema a Cappotto (59%)
  • direzione lavori accurata (38%)

A differenza da quanto emerso nel sondaggio Cortexa sottoposto ai progettisti, gli applicatori sembrano cogliere meno l’importanza di efficientare l’involucro edilizio come soluzione primaria per abbattere le dispersioni e quindi gli sprechi di energia. Solo il 21% degli installatori intervistati ritiene che le soluzioni in interno siano efficaci, solo il 18% pensa che sia possibile garantire uno stesso risparmio sostituendo solo i serramenti e solo il 13% ritiene che prodotti leggeri come rasanti e pitture isolanti siano efficaci quanto il Cappotto.

Sarebbe auspicale prevedere dei percorsi istituzionalizzati di formazione e qualifica per rendere obbligatoria la certificazione delle competenze secondo la norma UNI 11716 e mettere a disposizione della filiera un elenco di applicatori certificati. Il libero accesso a lavori complessi di riqualificazione energetica senza verifica delle competenze vanifica il risultato degli interventi”, conclude Alessandro Monaco Presidente della Commissione Comunicazione di Cortexa.