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Truffe Bonus facciate ed Ecobonus: i sequestri hanno raggiunto i 10 miliardi

La GdF ha sequestrato crediti d'imposta del valore di 670 mln legati a truffe sul Bonus Facciate ed Ecobonus per lavori inesistenti ed edifici fantasma

Truffe Bonus facciate
via depositphotos.com

Le truffe dei bonus edilizi operano solitamente seguendo lo schema del “Cantiere fantasma”

(Rinnovabili.it) – Con l’ultimo intervento in ordine di tempo della Guardi di Finanza di Brescia i sequestri di crediti d’imposta falsi legati alle truffe di Bonus Facciate ed Ecobonus arrivano alla maxi cifra di 10 mld di euro.

Le indagini condotte questa volta sul territorio bresciano, ma che hanno coinvolto soggetti residenti da Nord a Sud tra Roma, Bologna, Pistoia, Salerno, Rimini, Verona, Napoli, Isernia, Macerata, Avellino Frosinone e Bolzano, hanno portato al sequestro di 670 milioni di euro in crediti d’imposta ritenuti falsi. La truffa sul Bonus facciate ai danni dello Stato prevedeva il riciclaggio di crediti inesistenti che, l’intervento della GdF ha impedito venissero reimmessi sul mercato e riceduti a loro volta.

Operazione Cantiere fantasma

Le modalità con cui questi banditi dei crediti edilizi agiscono sono sempre le medesime, tanto che potrebbero essere tutti inseriti sotto il titolo di “Cantieri Fantasma”. Molti dei crediti oggetto delle truffe su Bonus Facciate ed in parte sull’Eco Bonus, in realtà appartengono a lavori mai effettuati su immobili inesistenti. Lo strumento più utilizzato sono le società cantiere appositamente costituite, la maggior parte delle quali create durante la pandemia del 2020. Puntando i riflettori sulle prime cessioni le Fiamme Gialle sono state in grado di individuare operazioni di cessione sospette legate a società “anomale” spesso prive di dipendenti registrati, senza dichiarazioni presentate al Fisco.

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La truffa del Bonus Facciate solitamente avviene in 5 passaggi:

  • si crea la società cantiere fantasma che simula di avere un credito fiscale da cedere;
  • si crea un’altra società questa volta cessionaria del credito che per prima acquista la quota inesistente;
  • si procede a simulare una falsa cessione tra la prima e la seconda società;
  • si caricano i dati della cessione sulla piattaforma apposita dell’Agenzia delle Entrate;
  • a questo punto il gioco è fatto ed il credito può essere riceduto ad un’altra società ignara della truffa, per recuperare il relativo valore del credito d’imposta.

L’oggetto delle truffe è prima di tutto il Bonus Facciate al 90%, uno strumento facile da arginare, privo di limiti di spesa e senza controlli aggiuntivi legati alle spese sostenute o alle asseverazioni, mentre secondo in classifica per demerito è l’Ecobonus al 65%. Bisogna specificare che i sequestri in corso quest’anno fanno molto spesso riferimento a cessioni a catena “illimitate” avvenute prima dell’entrata in vigore delle restrizioni sulla Cessione del Credito apportate dal Decreto Sostegni-Ter. Più difficile da frodare è il credito del Superbonus per il quale la mole di documenti da presentare per l’accesso al credito e l’asseverazione e congruità delle spese disincentiva anche i più abili malintenzionati.