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Superecobonus 110%: da gennaio ben 14 miliardi investiti

Secondo i dati del CNI e le conferme del report ENEA quasi la metà dei 30,6 mld di spesa totali riguardano i condomini

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via Pixabay

A maggio 2022 i lavori attivati per il Superecobonus hanno raggiunto i 3,2 mld

(Rinnovabili.it) – Nonostante tutti i paletti, il Superecobonus 110% resiste e sembra non aver ancora assorbito le recenti restrizioni normative imposte a professionisti e imprese. A confermarcelo arrivano i dati del Centro Studi del CNI, supportati dal report di fine maggio di ENEA.

Da luglio 2020, data di partenza del 110%, gli investimenti hanno superato i 30,6 miliardi di euro con una spesa imputabile al solo maggio di ben 3,2 mld di euro. Cifre comunque elevate e poco al di sotto della cifra record registrata nel dicembre 2021 (4 mld).

L’onere a carico dello Stato si aggira attorno ai 33,7 miliardi di euro, è bene sottolineare che la spesa contabilizzata fa riferimento a lavori ormai conclusi.

Uno scenario in continuo cambiamento che resiste agli urti superando in questi primi mesi dell’anno, da gennaio 2022 ad oggi, i 14 miliardi di euro. A fronte dei 3 miliardi registrati a maggio dello scorso anno.

I condomini rappresentano il 50% dell’investimento totale

Ad attrarre gli investimenti maggiori sono i condomini che hanno coinvolto quasi il 50% degli oltre 30 mld di lavori avviati dal 2020 ad oggi. “Mettendo così in dubbio l’ipotesi, avanzata da alcune parti, che i Superbonus 110% vengano usati per lo più per le cosiddette villette ed in particolare per le seconde case in luoghi di villeggiatura”, sottolinea il Centro Studi del CNI.

Per le cosiddette villette il numero di asseverazione è maggiore (91.444) rispetto ai condomini (26.662), ma la spesa è ovviamente inferiore (10,3 mld di euro a fronte dei 14,9 mld dei condomini).

Il problema dei crediti bloccati

Se il Superecobonus è una delle misure che meglio si potrebbero sposare con gli obiettivi di riqualificazione è pur vero che il meccanismo di cessione dei crediti e sconto in fattura, direttamente collegato al bonus, andrebbe rivisto. Il Governo parlava di ben 5 mld di euro di crediti non accettati dal Fisco. Cifre alle quali si sono poi aggiunte le rilevazioni del CNA che stimano in 2,6 mld i crediti fiscali anticipati dagli sconti in fattura, ma ancora non incassati.

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Sembra giunto il momento di ridefinire il quadro complessivo in cui si collocano i Superbonus 110%”, prosegue il CNI. “Occorre ricordare che l’Unione Europea intende ormai dare seguito alla proposta di Direttiva 2021/0426 su “La prestazione energetica nell’edilizia” con cui intende attivare un piano di sostanziale efficientamento energetico di tutto il costruito in un’ottica di risparmio energetico e di riduzione di emissioni nocive. Proprio il Superecobonus si pone in questa prospettiva ineludibile per il nostro Paese come per il resto dei membri dell’Unione Europea”.

Secondo il CNI sarebbe indispensabile fornire dettagli maggiori relativi ai volumi su cui si è intervenuti, per avere davvero un’idea dell’impatto delle detrazioni fiscali. Questo vale per il Superecobonus, ma anche per il sismabonus ad esempio, di cui si conosce ancora molto poco.

Attraverso una conoscenza più approfondita degli interventi effettuati, sarà possibile avviare una riflessione più efficace sulla riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale.