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Superbonus in bilico: ha “drogato” il mercato o ha generato ricchezza?

Non si placa la discussione sul Superbonus, tra coloro che lo vedono come il salvatore dell'economia e coloro che lo accusano di aver generato una situazione fuori controllo gonfiando una bolla da 19 mld di crediti incagliati.

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A fine gennaio il costo per lo Stato del 110 per cento era d 71,7 mld. Per Nomisma invece l’impatto positivo supererebbe i 195 mld

(Rinnovabili.it) – Anche se il provvedimento approvato lo scorso 16 febbraio dal Governo, ha riguardato tutti i bonus edilizi, è quasi sempre solo di questi ultimi al centro delle polemiche: il Superbonus.

Tra chi sostiene che abbia generato un buco nelle casse dello Stato da miliardi di euro e chi invece lo elegge a salvatore del settore edile post-Covid, le versioni sulla più famosa delle detrazione fiscale sono sempre discordanti.

Allo Stato non piace. Lo sappiamo fin dai tempi di Draghi che più che altro criticò il sistema delle cessioni dei crediti accusando il Superbonus di aver “triplicato il costo per l’efficientamento”. La misura non convince nemmeno l’attuale Premier ed il Ministero dell’Economia che hanno parlto di uno scostamento di bilancio pari a 37,7 mld di euro, arrivando ad un costo complessivo per le casse dello Stato di oltre 110 mld.

Dall’altra parte della barricata ci sono invece coloro che chiedono di analizzare la misura nella sua interezza, andando a considerare anche il gettito fiscale aumentato, le tasse pagate dalle imprese per i lavori ed i materiali, la crescita dell’occupazione.

Mercato “drogato” dal Superbonus

Lasciando da parte la retorica politica, critiche costruttive al Superbonus 110 per cento sono arrivate dal mondo degli artigiani.

In un recente comunicato la Cgia di Mestre ha sottolineato per gli artigiani la “convinzione di aver speso troppo e aver drogato il mercato edilizio”. Un meccanismo che consentiva di detrarre fiscalmente molto più di quanto speso per la ristrutturazione, ha innescato una “bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime. A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri per molto tempo sono pressocché scomparsi dal mercato”.

A fronte di una spesa complessiva per gli investimenti superiore ai 65 mld di euro, sono state riqualificate solo il 3,1% delle abitazioni ad uso residenziale in italia. Un rapporto effettivamente molto basso se si pensa che entro il 2033 dovremo mettere mano ad un buon 68% del patrimonio immobiliare del Bel Paese, ancora nelle ultime classi energetiche.

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Sia chiaro: il Superbonus non va bocciato”, sottolineano comunque gli artigiani della Cgia di Mestre, “perché ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante”. Ma va ripensato, così come van ripensato il meccanismo dei crediti per liberare i miliardi ancora incagliati.

Il Super Ecobonus ha generato un guadagno di 195,2 mld di euro

Ecco poi la versione di coloro che ritengono che il Superbonus vada analizzato ampliando l’orizzonte. Secondo Federcepi Costruzioni la misura al 110 per cento ha avuto un impatto complessivo sull’economia nazionale pari ad oltre 195 mld, a fronte di un investimento di 65 mld (Report Enea di gennaio).

Altro che debito pro-capite di 2000 euro”, scrive il presidente di federcepi Costruzioni Antonio Lombardi riferendosi chiaramente alle recenti affermazioni della Premier Giorgia Meloni. “Il Superbonus ha impattato in maniera estremamente positiva sul Pil producendo crescita, sviluppo, ricchezza; maggiore ricchezza equivale anche a maggiori imposte riscosse dallo Stato. Ha generato maggiore occupazione, il nostro Centro Studi ha monitorato 986.632 nuovi posti di lavoro, direttamente legati al Superbonus: il che vuol dire più redditi da tassare, ma anche maggiori consumi da parte dei nuovi occupati e delle rispettive famiglie con tutto quanto ne consegue anche dal punto di vista degli introiti fiscali”. Federcepi Costruzione prosegue poi evidenziando anche l’importanza di affiancare Superbonus e Sismabonus come “assoluta priorità per la transizione energetica, per la ecosostenibilità e per la sicurezza delle nostre abitazioni”.

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Dov’è dunque la verità? Banalmente potremmo dire, nel mezzo. Probabilmente un incentivo al 110% grazie al quale era possibile guadagnarci, ha attirato fin troppi “furbetti”. Un’aliquota del 90% eventualmente assegnata in base al reddito è forse più veritiera e meno soggetta a truffe.

E’ pur vero che il meccanismo delle cessioni va ripensato, reso più flessibile aumentando i controlli diretti sull’immobile oggetto dell’intervento a favore di uno snellimento burocratico infinito.

Di sicuro non riusciranno da sole le famiglie ad accollarsi il peso della totale riqualificazione energetica dell’intero patrimonio edilizio prevista dalla Direttiva UE Case Green.