È quanto chiedono i deputati del MoVimento 5 Stelle Patrizia Terzoni e Luca Sut in un'interrogazione dopo le preoccupazioni espresse dai costruttori
Per i metalli registrati aumenti di prezzo anche del 50%
(Rinnovabili.it) – Il superbonus 110%, l’incentivo fiscale alle riqualificazioni edilizie, ha davanti a sé ancora diversi ostacoli da superare prima di poter esprimere al meglio le sue potenzialità. Uno di questi è l’impennata dei prezzi per i materiali da costruzione. Negli ultimi mesi si sono registrati aumenti anche nell’ordine del 30%, soprattutto a carico di calcestruzzo e ferro, andando inevitabilmente a comprimere i margini per le imprese.
Un problema a cui il CNA ha dedicato una specifica un’indagine di settore. Lo studio ha rivelato che quasi quattro imprese su cinque segnalano oggi prezzi maggiorati per i materiali, le materie prime e le apparecchiature rispetto ai corsi di un anno fa, prima che scoppiasse la pandemia.
Nel dettaglio, nel settore delle costruzioni gli aumenti più importanti in un anno riguardano: i metalli (più 20,8%), con punte che superano il più 50%; i materiali termoisolanti (più 16%); i materiali per gli impianti (+14,6%), con punte che superano il +25%; il legno (+14,3%).
Sul tema si sono espressi anche alcuni deputati italiani presentando un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. L’atto, firmato da Patrizia Terzoni e Luca Sut (M5S), cerca di chiarire alcuni aspetti dell’aggiornamento dei prezziari regionali per l’edilizia.
“Occorre monitorare l’andamento dei prezzi dei materiali impiegati nell’edilizia perché i rincari degli ultimi mesi non compromettano il buon andamento degli incentivi previsti dal Superbonus 110%”, spiegano i parlamentari. “Dall’acciaio al legno e al rame, fino a materiali isolanti, malte, collanti e laterizi -gli aumenti rischiano di inficiare l’andamento positivo della misura. In salita è anche il prezzo dei ponteggi, passato in breve tempo da 15 euro al metro quadrato ai 24 euro attuali”.
Leggi anche Recovery plan, proposta proroga superbonus fino al 2023
“Il fenomeno – aggiungono i deputati pentastellati – sta provocando un aumento dei costi di approvvigionamento, mettendo in difficoltà le imprese spesso costrette a rivedere i preventivi e a concludere i lavori con un aumento dei costi a consuntivo. È necessario tutelare gli operatori della filiera istituendo un Osservatorio che monitori l’andamento dei prezzi dei materiali”.
“Il Superbonus porta con sé un forte potenziale espansivo sull’economia e sull’occupazione e sarà impostante prorogarlo almeno fino a fine 2023. Ma è altrettanto importante non sottovalutare fenomeni come questo e scongiurare fenomeni speculativi che potrebbero pregiudicarne a l’efficacia” concludono.