Il CdM di ieri ha colpito inaspettatamente quel poco rimasto dei bonus edilizi. Con il Dl d’urgenza arriva lo stop a cessioni del credito e sconto in fattura anche il bonus barriere architettoniche e per le zone terremotate. Aumenta il numero delle sanzioni e dice basta alla remissione in bonis
La decisione arriva poco prima delle previsioni del Def anche in timore delle valutazioni di Eurostat sulla contabilizzazione dei bonus
(Rinnovabili.it) – Il Consiglio dei Ministri di ieri ha messo un punto definitivo a quel poco ancora concesso per le opzioni alternative alla detrazione diretta dei bonus. Arriva dunque lo stop definitivo a cessioni del credito e sconto in fattura con il Decreto legge approvato ieri in Consiglio dei Ministri e che introduce misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali.
Stop a cessione e sconto in fattura non solo per il Superbonus
A poche settimane dal Decreto Superbonus convertito nella Legge n.17/2024, ecco un Dl che nessuno si aspettava, ma che mette fine a quella manciata di possibilità che ancora potevano avvalersi di sconto in fattura e cessione del credito ovvero il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche ed il superbonus nelle zone terremotate.
Come ricorda il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, il Dl d’urgenza è stato approvato alla luce degli ultimi dati certificati dall’ISTAT, che hanno portato alla revisione del deficit relativo all’anno 2023 arrivando alla misura del 7,2 per cento, revisione al rialzo che segue quella già intervenuta per gli anni 2021 e 2022. “La misure sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità della misura”, chiarisce in conferenza stampa lo stesso Ministro Giorgetti. La paura che aleggia si deve anche all’imminente valutazione da parte di Eurostat dei criteri di contabilizzazione dei bonus, che potrebbe cambiare radicalmente la distribuzione del peso economico degli incentivi fiscali sulle finanze pubbliche.
No alla remissione in bonis
Oltre allo stop a cessioni del credito e sconto in fattura, il Governo tira i remi in barca anche sul futuro, eliminando definitivamente l’istituto della remissione in bonis, che avrebbe consentito di comunicare al Fisco l’eventuale utilizzo delle opzioni alternative (sconto e cessione) entro il 15 ottobre 2024, anche in ritardo rispetto alla scadenza fissata al 4 aprile 2024, ma con il pagamento di una sanzione. In compenso il Decreto Legge introduce due nuovi obblighi, al fine di “garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto”:
- la comunicazione preventiva per conoscere anticipatamente l’entità degli interventi agevolati prima ancora che le fatture vengano caricate;
- un corredo sanzionatorio in caso di omessa trasmissione di tali informazioni. Se l’omissione si riferisce ad interventi già avviati si determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale.
Niente bonus per chi ha debiti con l’erario
Nel caso di debiti con l’Agenzia delle Entrate per importi complessivi superiori ai 10.000 euro, non sarà possibile utilizzare i crediti d’imposta inerenti ai bonus edilizio, fino a concorrenza di quanto dovuto. C’è inoltre la limitazione alla cessione del credito Ace delle imprese (Aiuto alla crescita economica) “riducendo a una la possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette”.