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Roma50, apprezzamenti per il piano di Boeri, ma non mancano le prime polemiche

Con il Laboratorio Roma50 la Giunta Gualtieri affida con contratto di consulenza all'archistar Boeri il compito di riqualificare la città. Pioggia di polemiche sulla modalità scelta per l'affidamento che bypassa il più tradizionale bando o concorso

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Foto di Udo da Pixabay

L’Ordine di Roma: “Noi non ci stiamo, prassi anacronistiche e all’insegna della mancata trasparenza”

(Rinnovabili.it) – Ridisegnare la Città Eterna, traghettandola nel futuro, ma senza perdere di vista la sua componente unica. Questa l’idea del progetto Roma50 presenta dall’architetto Stefano Boeri all’amministrazione comunale, su incarico del Sindaco Roberto Gualtieri.

Come si legge in una lunga intervista su il Messaggero, il progetto di rigenerazione urbana firmato dall’archistar milanese, andrà ad agire su tre punti chiave. Il primo è la valorizzazione dell’agricoltura, puntando sull’economia circolare e riconnettendo produttori e consumatori. Il secondo punto su cui lavorare saranno i trasporti pubblici, problema atavico della città. L’idea di Boeri con Roma50 è trasformarla in una città da 15 minuti, riscoprendo il Tevere stesso quale asse di collegamento anche in vista della candidatura ad Expo 2030. Il terzo tema sarà quello del verde, non equamente distribuito tra i quartieri della città, ma che bel si presta al recupero di corridoio verdi di collegamento. A completamento delle tre sfide primarie, il piano Roma50 vorrebbe poi trasformare le borgate in un vero e proprio “arcipelago di comunità”, investendo nell’energia rinnovabile.

Ma piovono polemiche

L’idea di trasformare Roma in una smart city all’avanguardia piace, quello che non ha convinto gli architetti romani è invece la modalità di affidamento dell’incarico. La collaborazione tra la giunta Gualtieri e Boeri avverrà tramite un contratto di consulenza, saltando di fatto la più consueta procedura di bando o concorso solitamente utilizzata per incarichi pubblici di tale portata.

E la cosa non è passata indifferente al panorama capitolino. La prima lettera destinata al sindaco è partita dal team dello studio Labics, Maria Caludia Clemente e Francesco Isidori. Nella missiva i progettisti dichiarano il totale l’apprezzamento verso un progetto pubblico così grande, ma sottolineano il problema di “metodo oltre che di merito”. Il primo riferito alla modalità con cui è stato affidato l’incarico, mentre il secondo a sottolineare l’esclusione immediata di molteplici progettisti, architetti, ingegneri che avrebbero sicuramente portato qualità e prestigio alla città.

L’Ordine degli architetti capitolino non ci sta

Non si è fatta attendere anche la replica dell’Ordine degli Architetti di Roma: “Noi non ci stiamo”, Nonostante avessimo allertato il sindaco Gualtieri e la sua Giunta sui rischi di un piano che non prevedesse bandi o manifestazioni di interesse, sono andati avanti approvando la delibera”.

Prosegue il Presidente dell’Ordine Alessandro Panci:“Questa delibera rompe qualsiasi argine, recuperando prassi anacronistiche e all’insegna della mancata trasparenza e a favore dei soliti noti”. “Come Ordine non ci fermeremo e agiremo nelle sedi opportune: invitiamo sin da subito i nostri 20mila iscritti a manifestare il proprio dissenso a una decisione tanto anacronistica: ci faremo loro portavoce, battendoci per far modificare questa delibera che è in antitesi con quella ‘Capitale del futuro’ di cui tanto si parla”.

Si attende la replica del Sindaco nel frattempo proprio ieri, il Sole24Ore ha fatto il punto sui finanziamenti in essere destinati a trasformare la capitale, stanziamenti vicino ai 19 miliardi se si sommano Pnrr, Giubileo, Caput Mundi rifiuti ed Expo 2030. Ovviamente questa è la cifra massima alla quale aspirare, tuttavia la speranza è che, almeno questa volta, i fondi servano davvero a riqualificare una città unica al mondo.

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