La Direttiva UE sulle prestazioni energetiche degli edifici si avvia all'ufficialità. Ma per raggiungere le zero emissioni entro il 2050, il 60% degli italiani saranno chiamati ad avviare una ristrutturazione edilizia già dal 2030
La revisione della Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici si avvicina all’approvazione definitiva
(Rinnovabili.it) – Si avvicina il momento in cui la revisione della Direttiva Europea sulle prestazioni energetiche degli edifici verrà ufficialmente approvata dal Parlamento europeo facendo partire il conto alla rovescia per la ristrutturazione edilizia dell’intero comparto.
Dopo la prima bozza di revisione avvenuta ormai due anni fa (dicembre 2021) lo scorso ottobre il Consiglio UE ha proposto regole più severe nel tentativo di adeguarsi al meglio agli obiettivi del pacchetto Fit for 55.
Le prescrizioni della Direttiva EPBD variano in base alla tipologia di edificio, alla sua funzione residenziale o non residenziale, alle nuove costruzioni o al patrimonio esistente. In tutti i casi l’obiettivo è quello di azzerare completamente le emissioni dell’intero patrimonio edilizio dell’Unione Europea entro il 2050.
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Per facilitare la comprensione dei vari step identificati dalla Direttiva, ma la cui applicazione è demandata ai vari Stati Membri, il Consiglio Europeo ha elaborato una serie di infografiche estremamente intuitive e di facile interpretazioni. Vediamo nel dettaglio quali saranno i prossimi passi per la ristrutturazione edilizia del patrimonio europeo.
Gli standard da garantire per le Nuove Costruzioni
Dato che gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici dell’UE e di quasi il 36% delle emissioni di CO2 è ormai chiaro che intervenire sul comparto è d’obbligo.
Per i Nuovi Edifici il traguardo emissioni zero dovrà essere raggiunto entro il 2028, per gli edifici pubblici, mentre entro il 2030 per tutte le altre nuove costruzioni.
A partire dal 2030 gli APE saranno obbligatori per tutte le nuove costruzioni.
La ristrutturazione edilizia degli Edifici Esistenti
Secondo il Consiglio europeo il 75% degli edifici esistenti in Europa è inefficiente dal punto di vista energetico. Intervenire sul costruito è dunque una priorità per tutti gli Stati Membri.
Edifici non residenziali. I primi ad essere richiamati all’ordine sono gli edifici non residenziali per i quali saranno gli Stati membri a dover definire delle soglie minime di prestazione energetica, ovvero la quantità massima di energia che gli edifici possono utilizzare per mq all’anno.
Tuttavia sarà necessario rispettare due soglie minime definite dalla Direttiva EPBD:
- entro il 2030, tutti gli edifici non residenziali dovranno essere al di sotto del valore del 15%;entro il 2034, tutti gli edifici non residenziali dovranno essere al di sotto del valore del 25%.
Edifici residenziali. E’ qui che la Direttiva sulle prestazioni degli edifici si scontra con le famiglie europee. Entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica “E”.
- entro il 2033 la classe energetica D;
- entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da poter garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
Qui però subentra un problema non indifferente: per garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi europei, tutte le famiglie dovranno essere messe nella condizioni di poter ristrutturare casa, indipendentemente dalle possibilità economiche. La partita si sposta nel campo degli incentivi per l’efficientamento, vero punto di domanda non solo per il Bel Paese, ma per l’intera filiera costruttiva dell’Unione Europea.
Ovviamente per coloro che non si adegueranno alla Direttiva potrebbero scattare delle sanzioni, anch’esse decise dagli Stati Membri. Ma il vero guaio sarà il deprezzamento degli immobili nelle classi energetiche più basse che, secondo le rilevazioni Enea, in Italia sono il 60% delle abitazioni residenziali. Già ora si leggono i primi segnali di svolta con una flessione nel prezzo degli immobili in classe G ed E vicina all’8%.
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E’ chiaro dunque che intervenire con una ristrutturazione edilizia fa bene sia al bilancio mensile dei costi energetici, che a lungo termine sul valore dell’immobile. Con il Superbonus in costante modifica, la certezza per le famiglie italiane resta per ora il Bonus Ristrutturazione. Che prevede una detrazione irpef del 50% sui lavori sostenuti. Bisogna tuttavia avere la possibilità di accollarsi la metà delle spese.
Energia rinnovabile su tutti gli edifici entro il 2030
La Direttiva Europea sulle prestazioni degli edifici entra anche nel merito della tipologia di energia utilizzata.
Tutti gli edifici pubblici e non residenziali con superficie coperta utile superiore a 250mq, dovranno dotarsi entro il 2027 di impianti solari.
Dal 2028 l’obbligo scatterà anche per tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti sottoposti a ristrutturazioni importanti o profonde con una superficie coperta utile superiore a 400 m².
Mentre dal 2030 l’obbligo di dotarsi di impianti di produzione energetica solare si estenderà anche agli edifici residenziali.