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Case Green: quanto costa ristrutturare casa per passare dalla classe G alle D?

Oice prova a fare un calcolo di quanto costerebbe una riqualificazione energetica di un appartamento tipo da 105mq collocato in un edificio degli anni '80 per adeguarsi entro il 2033 alla Direttiva Case Green

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Secondo Enea in Italia le case con prestazioni inferiori alla D sono il 74%

(Rinnovabili.it) – Entro il 1° gennaio 2033 tutti gli immobili residenziali dovranno essere in Classe D per arrivare alle zero emissioni entro il 2050. A stabilirlo è la Direttiva UE Case Green pochi giorni fa approvata in prima istanza dalla Commissione ITRE di Strasburgo ed attesa a marzo per la votazione in plenaria dal Parlamento. Ma quanto costa ristrutturare casa per passare da una Classe G ad una Classe D? Nel caso dell’Italia questa domanda interesserà circa il 74% dei proprietari di casa. Secondo le stime ENEA infatti il patrimonio immobiliare italiano si colloca per la stragrande maggioranza nelle ultime classi di prestazione energetica, con un 34% di case in classe G, 23,8% in F e 15,9% E. Numeri che spiegano in prima battuta il perchè dell’ostruzionismo portato avanti dal nostro Paese contro la Direttiva Case Green.

Le stime di Oice per ristrutturare una casa di circa 100mq

Un primo calcolo di quanto potrebbe costare ristrutturare casa con una riqualificazione energetica ha provato a farlo Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria. L’abitazione tipo prescelta si trova in un edificio di 5 piani costruito negli anni ’80, a circa 400 metri sul livello del mare, e con una superficie media di 105 mq.

Il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40.000 euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato). Con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20.000 circa per appartamento”, commenta Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro sul Superbonus. “Gli importi riportati comprendono ovviamente lavori, spese tecniche ed iva al 10%. Sarebbe altresì auspicabile che unitamente all’aspetto energetico si tenesse conto anche della pari necessità di riqualificare sismicamente il patrimonio edilizio italiano. La spesa stimabile per interventi di miglioramento sismico non invasivi (rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate) per la medesima tipologia di edifici, in zona sismica 1 e 2, è oggi stimabile pari a circa 55.000 euro per appartamento”.

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Indispensabile un’attuazione flessibile

L’efficientamento del patrimonio immobiliare nazionale è indispensabile essendo il comparto delle costruzioni uno dei più energivori. Tuttavia sono in molti gli esponenti del settore come Oice a chiedere una maggiore flessibilità nelle tempistiche di attuazione “siamo comunque pronti ad intervenire e ad accelerare anche a valle delle nuove regole UE, siamo d’accordo però che occorra introdurre con gradualità di obblighi così impattanti sulla vita della collettività, quindi sarebbe positivo se si arrivasse ad un’attuazione flessibile”, sottolinea il Presidente Giorgio Lupoi. “Intanto va considerato che con il Superbonus il nostro Paese è già andato avanti sulla linea del miglioramento dell’efficienza delle nostre abitazioni anche in termini di sostenibilità ambientale, pur con tutte le difficoltà che stiamo segnalando sul blocco dei crediti che sta mettendo in ginocchio professionisti, società e imprese e per questo vorremmo si riuscisse a trovare il modo per superare le difficoltà attuali”.