853,81 milioni di euro per promuovere processi di rigenerazione urbana e riduzione del disagio abitativo. Ecco le novità introdotte dal programma "Qualità per l'abitare".
Edilizia pubblica, resilienza e servizi: ecco i pilastri del programma Qualità per l’abitare
(Rinnovanili.it) – Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, firmano il decreto per l’erogazione dei finanziamenti del programma Qualità dell’abitare che, fino al 2033, prevede investimenti per un totale di 853,81 milioni di euro per promuovere processi di rigenerazione urbana e riduzione del disagio abitativo.
Il decreto, pensato in particolare per le periferie e l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica, specifica quali sono le procedure per la presentazione delle proposte, i criteri per la valutazione e le modalità di erogazione dei finanziamenti, rivolgendosi alle Regioni (anche come soggetti aggregatori di strategie di intervento coordinate con i Comuni), alle città metropolitane e ai Comuni con più di 60.000 abitanti.
In occasione della presentazione del programma, il ministro Dario Franceschini ha dichiarato che, con Qualità dell’abitare, “prende il via un programma organico nazionale per il recupero delle aree urbane degradate”.
La presentazione delle proposte avverrà in due fasi. Nella Fase 1 bisognerà trasmettere una proposta preliminare, che descrive la strategia e gli interventi attraverso cui raggiungere gli obiettivi strategici, che saranno esaminati dall’Alta Commissione. Nella Fase 2, invece, è prevista la trasmissione di una proposta finale, indicante lo stato di avanzamento.
Quali azioni?
Le azioni previste da Qualità dell’abitare, e sulle quali dovranno puntare le proposte, riguardano 4 ambiti specifici: 1) riqualificazione, riorganizzazione e incremento del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale; 2) rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e all’uso temporaneo; 3) miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali; 4) rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici.
Sono ammesse a finanziamento anche delle proposte “pilota”, vale a dire quelle ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, da cofinanziarsi anche con eventuali ulteriori risorse, comprese quelle del Recovery Fund. “E’ un altro intervento importante che mira a dare sostegno alle fasce più disagiate della popolazione e a riqualificare la vita nelle nostre città, per garantire più sicurezza e più decoro in aree che adesso sono degradate, e per il recupero del patrimonio edilizio con criteri di qualità e di eco-sostenibilità”, ha sottolineato il ministro Gualtieri, “i quartieri delle nostre periferie possono e devono diventare più vivibili, fermando il consumo del suolo e rilanciando gli interventi di edilizia residenziale pubblica”.