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In America latina sorgerà il primo quartiere stampato in 3D

Nasce dalla collaborazione tra una organizzazione no profit, uno studio di architettura e un’azienda edile, il villaggio creato tramite produzione additiva

quartiere stampato 3d

 

 

Ancora segreta la localizzazione del primo quartiere stampato 3D

(Rinnovabili.it) – Risorse locali e tecniche costruttive d’ultima generazione per migliorare l’accesso all’edilizia nelle fasce più fragili della popolazione. Questo gli elementi base della primo quartiere stampato in 3D, mai realizzato al mondo. Il progetto è stato lanciato dalla no-profit New Story in collaborazione con la società di design Fuseproject e l’azienda edilizia Icon, mantenendo il riserbo assoluto sull’area d’installazione.

Per ora si sa solo che sarà destinato ad una piccola comunità di agricoltori in America Latina e che le case dovrebbero essere completate entro la fine dell’anno.

 

Ma l’iniziativa non partirà da zero: il trio ha già collaborato per realizzare il primo prototipo, svelato in anteprima in occasione del festival SXSW in Texas, lo scorso anno: un piccola abitazione di 32 mq  stampata in sole 24 ore. per la nuova impresa, il team ha lavorato a stretto contatto con i futuri residenti al fine di selezionare i terreni e pianificare la distribuzione delle unità abitative. Il progetto ha usato il modello sviluppato nel 2018, modificandolo strutturalmente per creare una versione adattabile a diverse esigenze. “Mentre parlavamo con i membri della comunità, ci siamo resi conto che il modello iniziale non rispondeva ai bisogni e alle aspettative”, ha affermato  Yves Béhar, fondatore dello studio Fuseproject. “Questo ci ha portato a progettare un sistema in grado di consentire diversi programmi, fattori climatici e nuova crescita”.

 

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Ogni residenza occuperà un lotto di 120 metri quadrati, di ogni 55 metri quadrati di sola abitazione. Cemento a vista per i muri, lucernari per la ventilazione naturale e un grande tetto curvo caratterizzeranno le unità, le cui basi sono state rinforzate contro il rischio sismico. “Per le famiglie che vivono con meno di 200 dollari al mese, l’accesso ad alloggi sicuri che offrono riparo dal pericolo sia ambientale che fisico è fondamentale”, spiega Fuseproject nella pagina del proprio sito dedicata all’iniziativa. “Le popolazioni vulnerabili sono in genere le ultime a beneficiare dell’innovazione. Crediamo che progettisti, costruttori e innovatori tecnologici abbiano il potenziale per velocizzare questo passaggio, attraverso la progettazione di alloggi in grado di elevare la vita di alcune delle popolazioni più povere in tutto il mondo. La stampa 3D, in particolare, offre uno strumento nuovo e potente per realizzare questo potenziale”.

 

 

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.