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Mondiali di calcio, lo stadio smontabile e riciclabile fatto di container

Lo Stadium 974 sarà costruito con container navali per essere completamente smontato e reimpiegato al termine dei mondiali di calcio

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Stadium 974 credits Fenwick Iribarren Architects

Sollevando non pochi dubbi, il Qatar promette di realizzare i primi Mondiali di calcio Fifa ad emissioni zero

(Rinnovabili.it) – I Mondali di calcio 2022 che avranno luogo in Qatar il prossimo autunno, non potevano non tentare di strizzare l’occhio alla sostenibilità. E’ risaputo che non tutti gli eventi internazionali come i Mondiali di calcio, le esposizioni universali o le Olimpiadi abbiano lasciato effettivamente un segno positivo nelle nazioni ospitanti, rappresentano talvolta un costo anche per decenni successivi all’evento.

Non vuol essere questo l’esito dei mondiali per il Qatar, o almeno queste sono le premesse, tentando di lasciare da parte i pregiudizi sullo sfruttamento della manodopera nei cantieri edili denunciati qualche tempo fa.

Stadium 974

Stadium 974 credits Fenwick Iribarren Architects

Lo scorso novembre è stato ufficialmente inaugurato lo Stadium 974, interamente costruito con container riciclati. Il nome prende spunto dal prefisso telefonico del Qatar nonché dal numero esatto di container impiegati nella costruzione.

Lo Stadium 974 sarà uno degli otto stadi ufficiali dei mondiali di calcio 2022 ed ospiterà fino a 40.000 persone, covid permettendo. Secondo i suoi costruttori sarà completamente smontabile e riutilizzabile in tutte le sue parti, dai seggiolini degli spalti ai componenti del tetto.

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Il design utilizza elementi prefabbricati e modulare puntando a raggiungere la certificazione internazionale Global Sustainability Assessment System (GSAS) a 4 stelle. I container sono arrivati nel vicino golfo e trasportati fino al sito dello stadio per dare forma alla struttura secondo il design sviluppato dai progettisti della Fenwick Iribarren Architects.

Il Qatar promette di trasformare l’evento nella prima coppa del mondo a emissioni zero. Tuttavia la paura ricorrente è di un grande “greenwashing” che vada a compensare le “emissioni inevitabili” (forse troppe) semplicemente piantando alberi, quando invece l’obiettivo dovrebbe essere quello di sfruttare al meglio l’energia rinnovabile e migliorare l’efficienza. Forse la costruzione di uno stadio nuovo che dopo pochi mesi verrà smantellato poteva essere evitata a fronte della riqualificazione di arene sportive preesistenti.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.