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Mercato immobiliare: l’80% delle nuove abitazioni è di classe A o B

Migliorano gli standard energetici delle nuovi immobili venduti in Italia così come quelli oggetti di ristrutturazione. Ma nel resto delle transazioni la categorie energetiche sono deludenti

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Credits: Andrii Yalanskyi da 123rf.com

Rapporto Enea, I-Com e Fiaip sul mercato immobiliare 2019

(Rinnovabili.it) – Quanto efficienti sono le case e gli appartamenti venduti sul mercato immobiliare italiano? Quanto il settore riesce a seguire i dettami nazionali ed europei, puntando alle classi energetiche più elevate? E quali saranno gli impatti della crisi del COVID-19? A queste domande risponde oggi la nuova indagine di settore, svolta da Enea in collaborazione con la Federazione Agenti Immobiliari Fiaip e l’I-Com, l’istituto per la competitività.

L’analisi mostra dati incoraggianti ed elementi su cui, invece, è necessario lavorare. Il mercato immobiliare 2019 si è contraddistinto da miglioramenti della qualità energetica per gli immobili nuovi e oggetto di ristrutturazione. Nel primo caso quasi l’80 per cento delle vendite ha riguardato abitazioni di classe A o B, nel secondo la percentuale è arrivata al 36 per cento, 14 punti in più rispetto al 2018.

Peccato che nel complesso il mercato resti ancora ancora vincolato alle categorie energetiche meno performanti. Il 70 per cento degli transazioni ha coinvolto immobili da ristrutturare e con basse classi energetiche.

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“La lettura dei dati 2019 sulle tendenze del mercato immobiliare rispetto al tema dell’efficienza energetica restituisce un quadro incoraggiante”, ha commentato il Vicepresidente I-Com, Franco D’Amore. “L’efficienza sembra affermarsi come un elemento sempre più indispensabile per l’offerta immobiliare, almeno per alcuni segmenti di mercato”.

Lo scorso anno si è inoltre consolidato il generale trend positivo di riduzione degli scambi per gli edifici di classe G (la più bassa). La quota si è attestata, intorno al 40 per cento per monolocali e bilocali e al 37 per cento per i trilocali. Nel caso si ville unifamiliari e villette è scesa ancora, rispettivamente a 34 e 24 per cento.

“Tuttavia – ha continuato D’Amore – su questa dinamica sostanzialmente positiva non possiamo però sottacere le preoccupanti incognite gettate dal mutato orizzonte a causa della pandemia di Covid-19. Al momento non esiste una chiara visione a  questo proposito, molto dipenderà dalla durata e dell’intensità delle misure restrittive adottate e dagli strumenti messi in campo per l’uscita dall’inevitabile crisi economica che si è innescata”.

“Un cambiamento comportamentale da parte degli utenti finali rappresenta infatti un requisito imprescindibile per aggredire l’enorme potenziale di risparmio energetico rappresentato dagli immobili da ristrutturare”, ha dichiarato Alessandro Federici, responsabile ENEA. “Sarà quindi necessario […] porre ancora più attenzione in futuro a queste complesse dinamiche”.

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