Così la Lombardia anticipa la Direttiva europea 2010/31/CE di tre anni, equiparando edifici pubblici e privati. Previsto inoltre un aumento del 50% entro il 2020 sulla produzione energetica rinnovabile.
(Rinnovabili.it) – La scorsa settimana il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato legge per le “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione” che tra le altre novità, tenta di fatto di anticipare le prescrizioni della Direttiva europea 2010/31/CE in materia di efficienza energetica, anticipando al 2015 l’obbligo di costruire “edifici ad energia quasi zero” equiparando edifici pubblici e privati. In soli tre anni dunque il parco edifici lombardo, dovrebbe radicalmente cambiare, riducendo consistentemente i consumi finali di energia e le emissioni nocive, rilanciando nello stesso tempo un settore in grande crisi grazie al potenziale racchiuso nell’edilizia ad alta efficienza energetica, fonte inesauribile di stimoli per l’innovazione e la riqualificazione.
La nuova legge prevede inoltre l’adozione di un “Programma energetico ambientale regionale (PEAR)” che fissa per la Regione Lombardia, un aumento del 50% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 con particolare riferimento alla produzione di calore e di energia fotovoltaica. In quest’ottica si inseriscono anche le misure previste dalla legge per la semplificazione, la valorizzazione e il potenziamento degli impianti geotermici a bassa entalpia a circuito aperto, sia come misura per la salvaguardia dell’ambiente e la riduzione delle emissioni, sia come potenziamento di una consistente fetta del settore delle rinnovabili.
Un altro punto toccato dalla nuova legge si lega alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico che grazie alla semplificazione delle procedure salvaguardia il ruolo degli enti locali puntando sull’utilizzo o la costituzione di società o fondi immobiliari, d’intesa con il territorio e i soggetti interessati.
A beneficiare della nuova legge sarà anche l’ambiente grazie alle precisazioni inerenti alla decontaminazione dei siti interessati dal pericolo amianto, estendendo la riqualificazione all’intero territorio.