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Isola di calore, dal MIT il modello predittivo per ridurla

Una rete di sensori "mappa" clima e geografia urbana di Abu Dhabi e fornisce i dati al modello. Grazie al quale si possono verificare in anteprima gli impatti delle strategie di climatizzazione a scala urbana

Isola di calore, dal MIT il modello predittivo per ridurla

 

(Rinnovabili.it) – Come limitare l’effetto isola di calore? Le variabili in gioco sono tante, in un ambiente complesso come quello urbano. Per tenerne conto nella giusta misura con un approccio rigorosamente scientifico, è stato creato un apposito modello predittivo. Il merito è di un team che unisce ricercatori del MIT statunitense e del Masdar Institute di Abu Dhabi, la cui ricerca è stata pubblicata su diversi giornali specializzati.

 

Il progetto collaborativo è ritagliato sulla realtà e le caratteristiche della capitale degli Emirati Arabi Uniti. Lì la geografia e il clima non fanno sconti e il problema di evitare l’effetto “isola di calore” ha una particolare rilevanza. Infatti negli Emirati il termometro raggiunge con facilità i 45°C e la popolazione urbana è in continua crescita.

Ogni decimo di grado è importante in tale contesto: temperature più alte portano ad un aumento significante dell’uso di condizionatori. Questi a loro volta producono calore e consumano una enorme quantità di energia, che solo per Abu Dhabi è stimata in una quota che oscilla tra il 60 e il 75% su base quotidiana nei periodi di picco.

 

Isola di calore, dal MIT il modello predittivo per ridurlaIl Masdar Institute e il MIT sono riusciti a sviluppare un modello microclimatico innovativo e tridimensionale delle aree più urbanizzate della capitale emiratina. Grazie al loro lavoro, le autorità cittadine potranno vedere in anteprima l’impatto delle diverse strategie di mitigazione delle isole di calore disponibili, e scegliere di conseguenza la migliore tenendo conto di molti parametri variabili.

Tra i dati catturati da un’apposita rete di sensori ed elaborati dal modello computazionale rientrano variabili climatiche (dalla temperatura a terra a quella delle facciate degli edifici), l’andamento dei flussi di traffico, i volumi degli edifici.

C’è un secondo vantaggio in questo modello predittivo. Infatti può rivelarsi molto utile anche per architetti e urbanisti, perché funziona come strumento per ottimizzare le dimensioni e l’orientamento delle strade, l’altezza degli edifici, la posizione delle aree verdi, l’orientamento generale dei quartieri, e persino quali materiali da costruzione hanno l’impatto più desiderabile.