Materiali infiammabili non a norma, rifiuti di cantiere abbandonati, bombole infiammabili incustodite, si rivolgono ora ai lavori di ristrutturazione le indagini sul rogo della palazzina di Colli Aniene
Il rogo di Colli Aniene ha causato 17 feriti e una vittima
(Rinnovabili.it) – Proseguono le indagini sull’incendio di Colli Aniene, il rogo che lo scorso 2 giugno ha coinvolto una palazzina di 7 piani in via Edoardo d’Onofrio a Roma. A breve si attendono le perizie dei vigili del fuoco, della polizia e dell’ispettorato Asl, ma il vertice in Procura indica che la strada che si sta percorrendo sembrerebbe puntare in direzione della gestione del cantiere.
La palazzina andata a fuoco, il cui rogo ha reso inagibili anche i due condomini adiacenti, era in ristrutturazione con lavori di efficientamento dell’involucro per il Superbonus.
Tra i dubbi da accertare nell’indagine al momento contro ignoti, sembra esserci proprio la qualità dei materiai impiegati per il cappotto esterno, la sicurezza dell’area cantiere e la presenza di rifiuti inerti e plastici incustoditi ai margini della palazzina.
La facciata è già sotto sequestro
Purtroppo l’incendio di Colli Aninene non è il primo a verificarsi in presenza di lavori sull’involucro esterno. Purtroppo, anche in questo caso, il rogo ha lasciato un pesante segno con 17 feriti e un morto, Antonio d’Amato, la cui fuga potrebbe essere stata impedita dal ponteggio mal collocato che potrebbe aver bloccato l’uscita di emergenza.
Da ciò che raccontano i testimoni, il rogo è divampato avvolgendo l’intera facciata in pochi attimi, ecco perchè si indaga per scoprire la qualità dei materiali impiegati e la loro resistenza alle fiamme. Sotto accusa potrebbe essere messo il cappotto termico dell’edificio o quanto meno l’inadeguatezza dei materiali impiegati forse non adatti o di scarto. E’ bene ribadire che, se adeguatamente installata e composto da materiali certificati e a norma, la coibentazione esterna con cappotto termico è assolutamente sicura ed ignifuga, come hanno rivelato anche le indagini condotte in seguito all’incendio della Torre dei Moro o Antonini a Milano.
Tuttavia per il momento la facciata esterna della palazzina di Colli Aniene resta sotto sequestro, ma se dagli approfondimenti dovessero emergere fatti significativi o interventi non a norma, l’indagine si estenderebbe anche alle altre due palazzine già ristrutturate dalla stessa ditta.
Bombole di acetilene incustodite
Ad aggravare ulteriormente la situazione ci sono poi i “forti boati” uditi dagli inquilini poco prima che si scatenasse l’inferno. La causa potrebbero essere delle bombole di acetilene lasciate senza protezione e scoppiate a causa dell’intenso caldo di quel giorno e visto che l’incendio di Colli Aniene si è sviluppato nelle prime ore del pomeriggio.
La ricerca dei responsabili è ancora in piena attività, ma per il momento si esclude il dolo volontario avendo controllato i filmati di sicurezza dell’area. I reati ipotizzati dalla Procura sono omicidio, disastro e lesioni, tutti colposi, ma le colpe sono ancora da chiarire. Le indagini potrebbero coinvolgere dall’amministratore di condominio, per il ruolo di controllo nel caso il cantiere non fosse a norma, la Asl, per ispezioni mancate, la ditta dei lavori, per la qualità e la sicurezza del cantiere.