Arriva dall’Università di Delft il biocemento contenente una serie di particolari batteri in grado di autorigenerare i danni e le crepe del materiale stesso
Durate le prove i due ricercatori hanno mixato all’interno di una pasta di cemento una serie di batteri, notando a distanza di un mese dalla posa la presenza di tre differenti spore batteriche ancora viventi. Partendo da questa scoperta Jonkers e Schlangen hanno introdotto all’interno del composto un batterio innocuo noto con il nome di Bacillus, capace di sopravvivere per diverso tempo mantenendosi in uno stato semi-dormiente, per riattivarsi immediatamente al contatto con l’acqua piovana che, tipicamente, penetra all’interno delle naturali fessure del cemento. Oltre ad avviare un processo di rigenerazione autonomo, il cemento creato dai due ricercatori è anche “Bio”, grazie alle sostanze naturali composte principalemente da lattato di calcio ed inserite all’interno della pasta di cemento per nutrire i batteri.
La sfida principale del biocemento autorigenerante è quella di riuscire a mantenere in vita l’agente di guarigione per tutto il processo di miscela, un problema risolvibile rivestendo le particelle mediante un processo molto costoso. La speranza dei due ricercatori è dunque quella di riuscire a ridurre significativamente i costi entro i prossimi sei mesi, per poter dare il via ad una serie di nuovi test all’esterno del laboratorio, valutando le caratteristiche del biocomposto nelle condizioni reali.
Per la sua commercializzazione si dovranno aspettare almeno altri due anni, al termine delle trattative con le numerose società interessate al prodotto ed una volta ultimati gli ultimi test di verifica.