OMA, Chipperfield, MVRDV, Hadid, CRA, Herzog & de Meuron, continua ad allungarsi la lista degli architetti contrari alla guerra in Ucraina, che per solidarietà sospendono i progetti in Russia
(Rinnovabili.it) – Sono molti i nomi internazionali di architetti ed urbanisti che dopo l’inizio della guerra in Ucraina, hanno deciso di sospendere per solidarietà il lavoro sui propri progetti in territorio russo.
Le dichiarazioni si susseguono a partire dai social, condannando fermamente il conflitto, ma nello stesso tempo, scusandosi con i propri clienti e collaboratori russi che nulla hanno a che fare con la guerra.
“L’invasione dell’Ucraina e le azioni violente di Putin e del governo russo sono contro ogni valore che riteniamo una pratica internazionale e collaborativa. Pertanto, Herzog & de Meuron ha deciso di sospendere il nostro lavoro sui progetti russi. Lo facciamo con la comprensione dei nostri clienti.”
“Siamo solidali con il popolo ucraino e con i cittadini russi che rifiutano questa acquisizione violenta. in quanto azienda e comunità di oltre 40 nazionalità diverse, la nostra preoccupazione risiede nei nostri colleghi ucraini e russi che supportiamo durante questa crisi senza precedenti”, si legge sul sito di Herzog & de Meuron impegnato nella riqualificazione di Badaevskiy proprio a Mosca.
Si schierano contro la Guerra in Ucraina anche l’italiano Carlo Ratti CRA con una dichiarazione su twitter, il team Koolhaas di OMA, Zaha Hadid Associati, David Chipperfield Architects anch’egli impegnato proprio a Mosca.
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“Siamo solidali con tutte le persone che stanno sfidando e protestando contro questa guerra e condanniamo fermamente la violenza. Come architetti e urbanisti, lavoriamo in molti paesi per fare la differenza e crediamo fermamente nel dialogo internazionale e nella pace”, affermano da MVRDV. “Abbiamo interrotto i nostri progetti russi, anche se questo significa che dobbiamo smettere di collaborare con persone che conosciamo da anni e che si dedicano a portare in Russia una prospettiva internazionale più collaborativa”.
Le parole più diffusa in queste note sono sicuramente shock e sconcerto, seguite da solidarietà per il popolo ucraino e per vicinanza a chi in Russia vive o lavora, ma la guerra non l’ha scelta.