Dai tetti verdi resilienti ai vantaggi (non solo economici) dei prefabbricati, dal design orientato all'urban planning alla versatilità del bambù
(Rinnovabili.it) – Il volume che raccoglie i vincitori dell’A+ Award 2016 ha dimensioni da enciclopedia. Migliaia i progetti candidati provenienti da più di 95 paesi, che si sono contesi il voto di un panel di esperti e di oltre 400.000 utenti web del portale Architizer per ricevere l’ambito riconoscimento in una delle ben 113 categorie. Un insieme eterogeneo di stili, interessi, visioni, provenienti dai 4 angoli del mondo. In molte di queste categorie hanno vinto progetti di greenbuilding: ecco alcuni dei più rilevanti.
La Carbon Positive House
La mini casa passiva prefabbricata di 53 mq sfrutta diverse strategie bioclimatiche: tetto verde continuo, un piccolo giardino verticale di piante commestibili, cool tubes a pavimento per la climatizzazione degli interni. Grazie all’innovativo metodo costruttivo, questa mini casa produce 1.000 t di CO2 l’anno in meno. Grazie a queste performance ha ottenuto la certificazione eTool Platinum.
Il tetto verde mimetizza il museo nel parco naturale
Premiatissimo – sia dalla giuria che dal pubblico – il Biesbosch Museum olandese. La struttura sorge all’interno di un importante parco naturale ed è stata progettata dallo studio Vermeulen per integrarsi in armonia con il fragile ambiente circostante.
Infatti, visto dall’interno dell’isola, il museo sembra scomparire, quasi fosse ipogeo, per lasciare il posto a morbide colline erbose. Visto dal mare invece rivela la lunga vetrata (ad elevatissima efficienza energetica) e gli ambienti interni. L’intero design dell’edificio prende in considerazione la gestione delle acque e il rapporto con il mare e si inserisce tra le infrastrutture resilienti anti-allagamento previste dai Paesi bassi a livello nazionale.
Da Hong Kong il padiglione che elogia il bambù
Come il precedente, anche questo padiglione sostenibile che sfrutta tutta la versatilità di un materiale come il bambù ha ricevuto più premi. La struttura, che si ispira ad antiche tecniche cantonesi di lavorazione, è composta da 473 travi di bambù piegate in sito per dare forma al padiglione. Una dimostrazione che può trovare applicazione per sostituire legno e acciaio anche in ambiti meno diffusi. La superficie coperta è di 350 mq e può ospitare circa 200 persone.
High Living a Mumbai
Container per un’architettura modulare che trasforma gli slum degradati della immensa metropoli indiana. La struttura concepita da Dioinno Architecture prevede più torri di container, unite tra loro da lunghe passerelle che ospitano giardini e verde pubblico. Il design in questo caso è completamente orientato all’urban planning: le passerelle diventano spazi a commistione pubblico-privato dove la sicurezza è maggiore, la verticalità permette una migliore circolazione delle persone e dell’aria nel resto dello slum rendendo l’atmosfera più salubre, le torri possono assolvere a funzioni di filtraggio per rendere potabile l’acqua.