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Google usa l’IA per ridurre le emissioni nelle città

L'obiettivo è migliorare la qualità dell'aria negli ambienti urbani e adottare azioni utili alla lotta al cambiamento climatico. Ma come ridurre le emissioni nelle città in modo sistematico e funzionale?Secondo Google un aiuto indispensabile lo fornisce l'IA.

ridurre le emissioni nelle città
credits: Google

Le città entro il 2030 accoglieranno 5 miliardi di persone, il 70% della popolazione mondiale

(Rinnovabili.it) – Secondo Google i trend di ricerca legati alla siccità ed al cambiamento climatico hanno subito un incremento rispettivamente del 387% e del 153%. La consapevolezza degli utenti aumenta e di pari passo dovrebbero aumentare anche le azioni concrete volte a diminuire il nostro impatto sul Pianeta. Le aree urbane in particolare saranno le protagoniste del prossimo futuro pronte ad accogliere l’80% dell’umanità entro il 2050. Esistono molti strumenti per aiutare governi, aziende e cittadini ad intraprendere comportamenti virtuosi volti a ridurre le emissioni nelle città e ad adottare cambiamenti sistematici finalizzati alla lotta contro il climate change. E tra questi tool troviamo anche i servizi offerti dalla stessa Google.

Già da tempo la società ha messo a disposizione l’Environmental Insight Explorer, uno strumento online gratuito pensato per gli amministratori locali, che rende più facile misurare, pianificare e ridurre le emissioni di carbonio e l’inquinamento complessivo nelle città. Ma adesso entra in gioco l’IA, l’Intelligenza Artificiale.

Utilizzare i dati per ridurre le emissioni

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Progettato in collaborazione con l’alleanza internazionale Global Covenant of Mayors for Climate & Energy (GCoM), l’EIE, Environmental Insight Explorer, analizza i dati cartografici globali completi di Google per stimare le emissioni di carbonio degli edifici e dei trasporti e il potenziale di energia rinnovabile. I dati raccolti, se ben interpretati, possono aiutare a costruire politiche, guidare soluzioni e misurare i progressi. L’obiettivo quindi è quello di semplificare il processo di definizione delle emissioni di riferimento e identificare possibili soluzioni di riduzione tangibili, creando i presupposti per azioni che possono fare fin da subito la differenza. Le informazioni messe a disposizione da EIE sono già oggi utilizzate da molte città anche italiane per migliorare i processi decisionali e pianificare azioni a favore del clima.

Combattere il surriscaldamento delle città

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Sfruttando l’incredibile mole di immagini aeree prodotte dalla società stessa e con l’aiuto dell’IA, adesso Google prova a fare di più entrando nel dettaglio. Lo strumento è stato battezzato Tree Canopy e permette di identificare con facilità le isole di calore delle nostre città, aiutando i pianificatori a fornire la copertura arborea necessaria per contrastarle.

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L’obiettivo è ovviamente anche quello di combattere la cattiva qualità dell’aria delle zone a più alto tasso di cementificazione. Tree Canopy è già utilizzato negli Stati Uniti ed in altre 350 città nel mondo e presto sarà disponibile anche per l’Italia dove verrà testata da città quali Milano, Roma, Bologna, Ancona, Assisi e Vicenza.

Il problema degli “hot spot” di calore è direttamente connesso alla crescente urbanizzazione ed al consumo di suolo. Aumentando il verde urbano in punti strategici, oltre a ridurre le emissioni nelle città, ci permetterà anche di adattarci al meglio all’aumento delle temperature atteso per i prossimi anni.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.