La forma a iperboloide e la struttura in bambù la rendono scalabile: può essere rimpicciolita fino a 10 m di altezza. E' autosufficiente grazie all'eolico e usa l'idroponico e l'aeroponico come tecniche di coltivazione
(Rinnovabili.it) – Arriva dallo studio di architettura londinese Rogers Stirk Harbour la fattoria verticale alta 80 metri che propone un’alternativa allo sfruttamento intensivo della terra. Si chiama Skyfarm questa torre di forma iperboloide che poggia interamente su una struttura realizzata in bambù. Il progetto si è appena aggiudicato il premio sostenibilità dell’Architectural Review MIPIM Future Projects Awards.
Così nel progetto di Skyfarm la verticalità è d’obbligo per limitare al massimo il consumo di suolo. Inoltre, nei diversi piani della torre vengono utilizzate tecniche di coltivazione acquaponica, idroponica, aeroponica in modo da ridurre il consumo di energia totale dell’edificio e limitare l’impiego di risorse. Questo ai piani superiori. A quelli inferiori trovano spazio botteghe e ristoranti, dove ovviamente vengono serviti e venduti i prodotti coltivati qualche metro più in alto.
E non è tutto. Tra gli altri aspetti interessanti del progetto c’è l’autosufficienza energetica. Skyfarm produce da sé tutta l’energia di cui ha bisogno grazie a turbine eoliche collocate sulla sommità. E anche la scelta del bambù come materiale principale della struttura ha risvolti importanti. Non soltanto perché, rispetto ad altri materiali da costruzione, ha un’impronta ambientale decisamente più contenuta, ma soprattutto perché rende scalare l’intera fattoria verticale.
Secondo gli architetti, infatti, è possibile realizzarne una versione alta non più di 10 m da installare in un plesso scolastico, mentre una torre di circa 80 m potrebbe trovare posto in qualsiasi area urbana. In più, la forma iperboloide si presta ad adattamenti a seconda della latitudine e della quantità di luce solare disponibile.