L'impianto di 3500 metri quadri consuma il 30% di energia in meno e riesce a riciclare il 98% dell’acqua
(Rinnovabili.it) – Inizieranno la prossima estate i lavori per la Vegetable Factory, la fattoria verticale giapponese plasmata su un modello di produzione prettamente industriale. E sarà monocoltura: dai 3.500 metri quadri dell’impianto usciranno soltanto cespi di lattuga. Dieci milioni all’anno a partire dal 2017, prevede la Spread, l’azienda che l’ha progettata.
La fattoria si trova a all’interno della città della scienza di Kansai a Kizugawa, non lontano da Kyoto. E rappresenta uno passo in avanti rispetto alla sua omologa, di proprietà della stessa azienda, che attualmente arriva a produrre 21mila teste di lattuga al giorno. L’impianto di Kizugawa ne sfornerà il 30% in più.
Per ottenere queste prestazioni, la Spread ha ripensato il ruolo della robotica nel farming indoor. Aumentando il livello di automazione è riuscita a coprire l’intera fase di crescita degli ortaggi. Così riesce a fare a meno dell’intervento dell’uomo dalla semina al raccolto: il costo del lavoro quindi viene dimezzato e libera risorse utili per scegliere tecnologie più efficienti.
Oltre alla coltivazione idroponica, novità in arrivo anche per la gestione dell’acqua. La Spread impiega in questa nuova fattoria verticale un sistema di riciclo, filtraggio e sterilizzazione delle acque usate che riesce a recuperarne il 98%. Di conseguenza la quantità di acqua richiesta dall’impianto è molto bassa: appena la decima parte di un litro per ciascun piantino, in pratica mezzo bicchiere. Anche le condizioni di areazione, temperatura, umidità e CO2 sono tenute sotto controllo da uno speciale sistema di condizionamento dell’aria.
Come sempre accade in ogni comparto produttivo quando si innalza il livello di automazione e si abbattono i costi, i rivali iniziano a temere per il proprio lavoro. A maggior ragione in un paese come il Giappone dove alta densità demografica e scarsità di terreno coltivabile rendono particolarmente conveniente il business delle fattorie verticali. Secondo il presidente della Spread Shinji Inada, però, in questo caso non si tratterebbe di un rischio reale: “Non credo che le fattorie verticali faranno sparire del tutto le coltivazioni tradizionali. Continuo a ritenere che gli ortaggi stagionali e locali siano molto importanti e unici. Il nostro business e le coltivazioni esistenti devono convivere insieme. Se uno pensa alla situazione globale del cibo, c’è la necessità di questo tipo di coltivazioni”.