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L’emergenza grandine “mitraglia” i cappotti termici del Superbonus

Cappotti esterni danneggiati da chicchi di grandine grandi come palle da tennis, ma secondo l’Associazione ANIA, solo il 5% delle abitazioni è assicurato con polizze contro calamità naturali

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In Italia il 75% delle abitazioni è sottoposto ad un rischio climatico significativo

(Rinnovabili.it) –  Si contano i danni dopo l’emergenza grandine che, nei giorni scorsi, ha colpito vaste aree della Penisola. Accanto ai problemi generati alle infrastrutture ed alla sicurezza delle persone, si aggiunge un capitolo che sembra non trovare pace: i danni subiti dai cappotti termici installati con il Superbonus. Tra coloro che erano rientrati nelle misura per un soffio dopo le modifiche, coloro che dopo mesi d’attesa erano finalmente riusciti a terminare la riqualificazione e coloro che ancora erano in fase di cantiere, i danni causati sui rivestimenti esterni e sui pannelli fotovoltaici dagli eventi estremi dei giorni scorsi appaiono come l’ennesimo schiaffo al comparto casa.

Cappotto termico, la differenza la fa il sistema

Partiamo dal presupposto che non tutti i sistemi di coibentazione sono uguali. L’associazione Cortexa non molto tempo fa, ha pubblicato un interessante manuale di approfondimento dedicato proprio al “Sistema a cappotto esterno”, ovvero l’unica reale garanzia di qualità. Si tratta di una soluzione a pacchetto che fornisce a coloro che decidono di installarla, tutto il kit completo di coibentazione, con materiali testati per lavorare insieme, alte prestazioni energetiche e di resistenza e, soprattutto, le certificazioni indispensabili a garantirne la qualità.

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In un Sistema a Cappotto i singoli componenti agiscono all’unisono, tuttavia in Italia sono ancora molte le imprese che preferiscono assemblare i vari elementi della coibentazioni acquistandoli separatamente talvolta anche da produttori diversi. 

Partendo dal presupposto che garantire la massima qualità in un intervento di ristrutturazione edilizia, dovrebbe essere la norma, è pur vero che l’emergenza grandine verificatasi noi giorni scorsi nulla ha a che vedere con la normalità. Chicchi grandi come palline da tennis che viaggiavano a velocità addirittura superiori ai 170 km/h, mitragliando i cappotti termici e provocando danni ingenti. 

Solo il 5% delle abitazioni è assicurato per calamità naturali

Un involucro esterno, danneggiato in maniera così violenta dalla grandine, è impossibile da recuperare. In questo caso dunque chi paga? La risposta più scontata dovrebbe essere l’Assicurazione, tuttavia in Italia, dove il 75% delle abitazioni è esposto ad un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco meno del 5% delle stesse è protetta da una polizza contro questi danni. A confermarlo è il Report ANIA, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici. Le cose non migliorano nemmeno nel caso di polizze tradizionali con l’estensione alle catastrofi naturali. Al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali, pari a circa l’11,3% delle polizze. In Italia solitamente la gestione dei danni relativi agli eventi naturali estremi si base sull’intervento ex- post da parte dello Stato. Una modalità di gestione dei danni che ha portato alla scarsa diffusione di tali coperture assicurative lasciando scoperto l’88,7% del totale.

L’Italia è forse l’unico paese industrializzato e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali. In altri principali paesi simili al nostro per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale (ad esempio in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Giappone e in molte altre realtà). Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati”, si legge nel report ANIA. 

Negli ultimi giorni lo stesso Governo ha affrontato il tema delle calamità naturali e dell’emergenza grandine, introducendo il tema dell’assicurazione contro i rischi, tuttavia sarà importante associare a questi “suggerimenti” un contributo attivo da parte dello Stato, sia in tema di prevenzione che per la copertura successiva dei danni.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.