In occasione di Davos 2023 i big del real estate si sono interrogati sul futuro del settore in un'ottica sostenibile per l'ambiente e le persone. E se la soluzione all'emergenza abitativa sia nella riconversione degli spazi per uffici rimasti vuoti?
Secondo il 77% delle aziende investire nella qualità degli spazi è più remunerativo che espandere l’impronta totale
(Rinnovabili.it) – La tendenza immobiliare del nuovo anno potrebbe essere quella della riconversione, trasformare gli uffici rimasti vuoti dopo le trasformazioni imposte dalla pandemia, in abitazioni residenziali. O meglio, è ciò che si aspettano per risolvere l’emergenza abitativa i grandi analisti del real estete e del panorama finanziario globale intervenuti in occasione del World Economic Forum di Davos 2023.
“Gli uffici sono più vuoti di quanto ci suggeriscono i dati”, ha commentato Christian Ulbrich, CEO della società di consulenza globale JLL. Questo perchè la maggior parte degli edifici continua a generare reddito per i proprietari indipendentemente che siano occupati o meno. Ma il modo di lavorare è completamente cambiato e le aziende che non si adeguano perdono progressivamente valore sul mercato, lasciando vuota una fetta di immobili consistente.
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La carenza di alloggi è un problema globale, sul quale pesano i prezzi in aumento delle abitazioni, l’emergenza climatica, la crisi energetica ed un patrimonio immobiliare non sempre in linea con i migliori standard di efficienza energetica.
Dunque perchè non riconvertire gli edifici per uffici rimasti vuoti?
“Il miglior edificio per il pianeta è l’edificio che non costruisci“, ha ironicamente commentato durante la conferenza di Devos 2023 Nathalie Palladitcheff, CEO della società immobiliare canadese Ivanhoé Cambridge. Ma il problema è sempre economico. Si parla di emergenza abitativa anche perchè mancano alloggi a prezzi accessibili e una casa a basso costo spesso non è ecologica.
Ecco quindi il perchè potrebbe prendere forma l’idea di trasformare gli uffici vuoti in abitazioni. Secondo i big del real estate è però essenziale un intervento da parte delle autorità governative locali, un incentivo che possa aiutare gli investitori a riqualificare in chiave green le strutture nel cambio di destinazione d’uso.
Il lavoro ibrido ha cambiato il modo in cui si utilizzano gli uffici
Oggi il real estate per uffici di successo è improntato su una visione ibrida del lavoro. Con la pandemia ci siamo accorti che non è necessario essere fisicamente presenti in un luogo per essere produttivi e di pari passo è aumentata anche l’attenzione alla qualità degli spazi. I grandi investitori immobiliari hanno perfettamente compreso queste nuove esigenze avviando una trasformazione che ha messo al centro l’uomo. Oggi le strutture immobiliari per uffici più appetibili e di valore sono quelle flessibili, capaci di adattarsi al mutare delle esigenze, con spazi confortevoli dal punto di vista della salute, efficienti nei consumi e attenti all’ambiente. Dove non esiste più un’unica postazione lavorativa, ma soluzioni condivise non solo da persone diverse, ma aziende diverse.
Ecco perchè servono meno spazi lavorativi ma di maggiore qualità.
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Secondo un’analisi della JLL, la parola d’ordine è resilienza. Resilienza finanziaria, tecnologica e della forza lavoro. Il 77% delle aziende intervistate nel report ha convenuto che investire nella qualità è una priorità maggiore rispetto all’espansione dell’impronta totale. Resilienza tecnologica basata sull’IA e sull’IoT, per ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi, predirre le esigenze future e mantenere inalterato il comfort. Infine resilienza della forza lavoro per mettere al centro del progetto la qualità della vita. Migliorare la salute ed il benessere dei dipendenti, ma essere anche in grado di rispondere a stop prolungati (come nel caso della pandemia) o a chiusure forzate, senza interrompere il lavoro in corso.
Emergenza abitativa e trasformazione degli spazi di lavoro potrebbero essere legati da una linea sottile, ma determinante.